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La sessione estiva di calciomercato volge al termine, sebbene l’ultima settimana sia sempre la più ricca di colpi in extremis, basti pensare al contratto di Diego Milito, acquistato nel 2008 dal Genoa all’ultimo minuto utile, e lanciato a mo’ di palombella dal presidente Preziosi nello sgabuzzino della Lega, poiché la porta era stata già chiusa. Regina incontrastata di questo mercato estivo è stata senza dubbio la Juventus, che ha rinforzato una rosa già oltremodo competitiva, nel tentativo di riuscire a conquistare il titolo di campione d’europa che le manca oramai da oltre 20 anni. Molti dei colpi bianconeri sono stati possibili anche grazie alla dolorosa rinuncia a Paul Pogba, ritornato all’ovile del Manchester United in un’operazione che ha generato nelle casse della società torinese una grossa plusvalenza.
Dopo la “rivoluzione morbida” della scorsa stagione, quest’anno è entrata in vigore a pieno regime la riforma che riguarda i trasferimenti dei calciatori e regolamenta in modo diverso sia il numero che la morfologia delle rose delle squadre di Serie A. Già a livello Uefa, alcune restrizioni erano presenti da tempo, non a caso si è sempre sentito parlare di “inserimento” oppure “esclusione dalla lista Uefa” per le competizioni europee. Le rose delle squadre della massima serie italiana dovranno essere composte al massimo da 25 tesserati. Almeno 4 dei calciatori presenti in rosa, devono appartenere al vivaio della società: ad esempio Totti per la Roma, Marchisio per la Juventus oppure De Sciglio per il Milan. Altri 4 devono essere calciatori provenienti da vivai di squadre italiane. Sono atleti che, indipendentemente dalla nazionalità, sono stati tesserati a titolo definitivo da una squadra italiana per almeno tre stagioni nell’arco temporale tra i loro 15 e i 21 anni d’età. Oltre alla rosa dei 25, le società potranno attingere pressoché illimitatamente agli under 21, ovvero calciatori nati dal primo gennaio 1995 in poi.
Per quanto riguarda il fronte extracomunitari, le società potranno tesserare un massimo di due extracomunitari, a condizione che uno vada a sostituirne un altro ceduto tassativamente in un campionato estero oppure svincolato, mentre l’altro abbia collezionato almeno 5 presenze nella Nazionale di categoria o almeno due nell’ultima stagione. Le società che al 30 giugno 2016 avevano nelle loro fila al massimo un extracomunitario tesserato a titolo definitivo, potranno tesserare tre extracomunitari provenienti dall’estero.
Come sempre accade, anche in questo caso è possibile trovare delle contraddizioni e dei controsensi rispetto alle nuove regole vigenti. Innanzitutto, in Italia era stata sdoganata la “panchina lunga”, con la possibilità da parte del tecnico di portare con sé addirittura 12 sostituti, esattamente come avviene per i CT ai mondiali o agli europei. Questo per consentire al maggior numero di elementi della rosa di partecipare al progetto e ridurre il problema degli svincolati, anche su pressione di procuratori e assocalciatori. Da notare come negli altri campionati, nonché nelle competizioni Uefa, il numero dei calciatori in panchina sia rimasto sempre di 7. Che senso ha adesso iscrivere a una lista gara 23 atleti se poi si ha una rosa bloccata a soli 25 elementi? Per le squadre impegnate in Europa League o Champions League, rischia di essere sin troppo corta. Inoltre, calciatori convocabili per la Nazionale italiana come Eder o Paletta, non possono rientrare nella lista di quelli formatisi in club italiani, a differenza di Nainggolan che gioca per il Belgio, ma è annoverabile come appartenente al vivaio nazionale, essendo cresciuto calcisticamente nel Piacenza.
Le società si sono adeguate in maniera abbastanza serena alle nuove normative, a parte qualche dichiarazione polemica da parte di qualche dirigente. La Juventus ha una coincidenza perfetta tra la sua rosa e il numero di calciatori iscrivibili. Inoltre avrebbe ampio spazio per gli extracomunitari, grazie anche allo svincolo di Caceres. Rugani è considerato come proveniente dal vivaio interno poiché il cartellino è sempre stato juventino nonostante il giocatore giocasse nell’Empoli in comproprietà o prestito. In lista Uefa, però, questo cavillo non è previsto dal regolamento e, per inserire lui e Pjaca, under 21 sì ma neoarrivato, verranno esclusi due elementi. Napoli e Roma hanno il problema della rosa in esubero, anche se non mancano i calciatori che potrebbero essere in partenza. Da valutare con attenzione i movimenti dei giallorossi, col mercato che subirà un inevitabile contraccolpo dopo la debacle in Champions e la caterva di milioni perduti. Teoricamente il Napoli ha ancora entrambi i posti liberi per gli extracomunitari. Slot extracomunitari invece piena per il Milan, che dopo aver svincolato Alex, ha tesserato Sosa e Gustavo Gomez. L’Inter ha un posto extracomunitario libero, avendo tesserato solo Erkin, col vincolo delle presenze in nazionale. Il turco, tra l’altro, potrebbe anche ripartire immediatamente non essendo ai vertici delle preferenze di De Boer. Il tecnico olandese pare gli preferisca Santon, tra l’altro annoverabile come elemento cresciuto nel vivaio. La Lazio ha completato il suo mercato di extracomunitari acquistando Bastos e Wallace dopo la cessione di Onazi, ed è alle prese con la grana Keita Balde. La Fiorentina, autrice di un mercato asettico, ha acquistato Toledo e Carlos Sanchez dopo l’uscita di Bakic.