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Nella stagione più anomala del dopoguerra, il calciomercato non è stato da meno. Nell’ultimo giorno di mercato, la Juventus piazza il colpo più importante della sua estate con Federico Chiesa, la Roma chiude l’affare Smalling a pochi minuti dal gong dopo averlo inseguito per tre mesi senza farsi mancare il giallo finale legato ad un disguido con la Figc, Milan e Lazio non intervengono per completare la rosa mentre il Napoli si congeda col ritorno in Serie A di Bakayoko. In una settimana in cui gli allenatori in coro hanno ripetuto di “non vedere l’ora” in vista della chiusura della sessione, gli affari lasciano spazio al calcio giocato. In fondo, la miglior sintesi l’ha fatta Liverani nel post partita di Parma-Hellas Verona: “Da martedì ci guarderemo in faccia negli spogliatoi e riconosceremo i compagni di una stagione intera. Sarà più facile“. E sarà proprio così.
Il pagellone
JUVENTUS 6.5
Cinque le grandi novità dell’estate: Arthur, nell’affare Pjanic; Morata, piano C dopo gli intrighi Suarez e Dzeko; McKennie, occasione di mercato dallo Schalke; quel Kulusevski che ha impiegato davvero poco per entrare e non uscire più nell’undici titolare di Andrea Pirlo; e infine Federico Chiesa, ciliegine sulla torta dell’ultimo giorno di un mercato che comunque ha rinforzato la rosa rispetto a quella dello scorso anno. Escono Rugani, Pjanic, Matuidi e Higuain. Per il resto Pirlo si affida agli exploit di chi l’anno scorso ha convinto solo a tratti: Ramsey, Rabiot, Danilo. Ma il mercato dei campioni d’Italia in carica è più che sufficiente.
INTER 7
Se l’incontro di Villa Bellini che ha portato all’accordo tra Conte e l’Inter resterà davvero nella storia, sarà la stagione in corso a rivelarlo. Quel che è certo è che nessuna squadra ha accontentato il proprio allenatore quanto l’Inter ha fatto con Conte. L’unica richiesta forse rimasta inascoltata è quel Kanté, sogno di mercato abbandonato presto per ragioni economiche. Ma a centrocampo Conte ha davvero pochi motivi per storcere il naso. Vidal aggiunge esperienza ed è il pallino del tecnico nel suo ruolo. Il colpo Hakimi, soffiato alle big europee, è da applausi mentre sull’altra corsia trattenere Perisic è una mossa di buon senso. Qualche dubbio su Kolarov che da terzo di una difesa a tre ha raramente convinto. Ma le alternative sono tante.
ATALANTA 7
Il rischio era quello di snaturarsi, alzare i costi per regalare un colpo da Champions e il grande nome. In realtà , il colpo Champions dell’Atalanta resta la pazienza e il lavoro. Quello che ha permesso di aggiudicarsi due talenti interessantissimi del panorama europeo a cifre contenute: Miranchuk, pagato 14.5 dalla Lokomotiv Mosca e Sam Lammers, 8 milioni e già in gol contro il Cagliari con una magia. Torna dal prestito Pessina dopo l’ottima stagione con l’Hellas mentre c’è anche da registrare la scommessa Muratore. Arrivati in prestito gli esterni Depaoli, Mojica e Piccini, che non si è ancora allenato.
LAZIO 5.5
Reina, Akpa-Akpro, Escalante, Fares, Andreas Pereira, Muriqi. In rigoroso ordine di importanza. Perché l’attaccante ex Fenerbahce è uno dei più pagati dell’era Lotito e in ogni caso il colpo che desta più curiosità per i tifosi. Potente, con un buon passo e concreto sotto porta, come dimostrano i 15 gol dello scorso campionato. Poi c’è la suggestione Andreas Pereira, talento belga mai veramente esploso con il Manchester United. Ma il precedente Luis Alberto deve quantomeno ricordare l’importanza di aspettare i giocatori che il pallone lo sanno trattare, e pure bene. In attesa del recupero di Lulic, Fares farà il titolare sulla corsia di sinistra. Ma quel che è mancato è un difensore centrale, il colpo più atteso dai tifosi biancocelesti. Non può bastare il solo Hoedt, un errore inspiegabile nella stagione della Champions. Inzaghi può far fronte al mancato arrivo, come già dimostrato in passato. Ma un titolare d’esperienza in difesa, il tecnico biancoceleste se lo meritava.
ROMA 6
Il primo mercato dei Friedkin si chiude con la telenovela Smalling che tiene fede al suo nome e si conclude persino due ore dopo il gong della sessione estiva. Oltre al ritorno del centrale inglese, il club giallorosso ha saputo confermare Mkhitaryan e ha chiuso gli acquisti di Kumbulla, Pedro e Borja Mayoral. Un mix di esperienza e gioventù. Manca un titolare sulla corsia di destra dove manca ancora un padrone, nonostante la cessione di Florenzi: tra Bruno Peres, Santon e Karsdorp, non c’è chi ha veramente convinto. In attacco ceduti Under, Perotti e Kluivert ma la trattativa per il ritorno di El Shaarawy è saltata in extremis. Con Pastore ancora ai box e Zaniolo out per più di metà stagione, l’alternativa a Pedro e Mkhitaryan, è Carles Perez. Si poteva fare di più ma i giallorossi raggiungono la sufficienza.
MILAN 6
Qual è il volto del Milan? Quello del girone di andata o quello post lockdown? La seconda interpretazione deve essersi imposta nettamente nella mente dei dirigenti rossoneri che sulla squadra dei titolari non sono intervenuti in maniera incisiva. E in effetti la partenza sembra dar loro ragione. Il grande colpo dell’estate con tanto di derby vinto sull’Inter è Sandro Tonali che nelle gerarchie dovrebbe però partire alle spalle di Bennacer e Kessié. Poi i prestiti di Dalot e Brahim Diaz che permettono di avere opzioni in più nei rispettivi ruoli. Colpo di prospettiva quello di Hauge. Rispetto agli scorsi anni, il Milan appare una società forte e organizzata con idee chiare. Ma pesa il mancato arrivo di un difensore centrale.
NAPOLI 7
Rrahmani, Petagna, Bakayoko e soprattutto Osimhen, acquisto più caro della storia del club. L’ex Lille è venuto per fare il titolare ma nelle prime due giornate è partito dal 1′ solo una volta. Questione di equilibrio per Gattuso che la tentazione di schierare l’offensiva pesante ce l’ha eccome. Nel complesso Giuntoli ha lavorato bene attenendosi alle richieste di Gattuso. Ma il grande colpo è la conferma di Koulibaly. L’unico neo la gestione del caso Milik.
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