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Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, sulle colonne del quotidiano quest’oggi si sofferma sulla situazione di Josè Mourinho. Una possibile squalifica è infatti ritenuta probabile dopo gli attacchi di una settimana fa all’arbitro Marcenaro. Un qualcosa che non trova d’accordo il giornalista e opinionista calcistico: “E se per una volta il calcio non punisse Mourinho? E se si dimostrasse più forte delle parole, soprattutto quelle pronunciate da un professionista che in più di vent’anni ad altissimo livello ne ha viste, sentite e anche subite di ogni colore? E se gli arbitri accantonassero finalmente la loro fastidiosa e antistorica suscettibilità affrancandosi da pressioni e provocazioni dirette e indirette? Ho seguito con attenzione la conferenza stampa – in italiano – del tecnico della Roma e ho apprezzato il fatto che non abbia chiesto scusa a Marcenaro: le scuse non erano dovute. Perché «non ho offeso nessuno» come ha precisato Mourinho prima di aggiungere che «non si dovrebbe parlare degli arbitri prima della partita […] Mourinho aveva parlato di stabilità mentale. Curiosamente, proprio nei giorni scorsi il Governo è tornato a considerare l’introduzione di test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura. È ovvio dire che l’arbitro è il giudice in campo e dunque consigliargli quei test. Ma in realtà la tecnologia Var è entrata a far parte della giustizia sportiva definendone nuove responsabilità”.
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