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“Sono stato adottato da piccolo, ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto. Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. Ero riuscito a trovare un lavoro, che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone che fossi come loro, italiano, bianco. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso il disagio e la sofferenza che sto vivendo“. Queste sono le ultime parole di Seid Visin, ex protagonista in Primavera con la maglia di Milan e Benevento, suicidatosi all’età di vent’anni. L’ex calciatore ha espresso profondo disagio per la situazione in cui viveva, esprimendo commovente sofferenza per la discriminazioni subite sul posto di lavoro ed evidentemente nella vita di tutti i giorni, in quanto ragazzo di colore. Tristezza e rimpianti per la morte del giovanissimo ragazzo di origini etiopi, ma italiano.
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