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Bobo Vieri compie 50 anni. L’attaccante che ha fatto anche un pezzetto di storia del nostro calcio verrà festeggiato da tanti amici. Uno dei più cari è sicuramente Lele Adani che con l’ex attaccante di Juventus e di Inter fra le altre, ha condiviso e sta condividendo tante esperienze nelle loro carriere.
Adani ad Italpress ha parlato così del suo amico: “Parlare di Bobo come calciatore è una cosa abbastanza scontata. Un bomber come pochi altri, quello che ha rappresentato il centravanti italiano per capacità di segnare, di dominare la scena, di essere travolgente e devastante, bravo a livello fisico e di intuizioni, ma anche come carisma. Un centravanti che manca ai giorni d’oggi e che ha fatto la differenza anche quando di attaccanti in Italia ce n’erano tanti. Vieri è stato unico, anche per la sua attitudine a crescere e a migliorare. Noi spesso, scherzando, diciamo che ha iniziato la carriera che non sapeva stoppare il pallone e ha finito collezionando la media di un gol a partita ai Mondiali, nove in nove gare, una media che possono vantare pochi al mondo“.
Ed ancora: “Tanti conoscono il Vieri personaggio ed ex calciatore, ma la persona è una persona dai valori speciali e unici che condivido e mi godo tutti i giorni. I suoi 50 anni li vivo come quelli di un ragazzo che ha sempre saputo rinnovarsi e mettersi in discussione trovando delle strade alternative, anche per la sua apertura mentale dovuta alle esperienze internazionali, avendo vissuto l’infanzia in Australia e, prima di rientrare in Italia, negli Stati Uniti. Questo gli ha permesso di diventare un grande imprenditore, spaziando dall’abbigliamento al marketing e adesso alla comunicazione. Lui è un catalizzatore, cosa che non deriva soltanto dal suo carisma, ma anche dai suoi valori, che spesso non sono conosciuti e riconosciuti. Un uomo sensibile, a volte duro nell’esternare, ma sempre molto leale. Sa riconoscere chi vale e anche in questo è speciale“.
Adani racconta alcun esperienze vissute con Vieri: “Io posso dire di aver condiviso la camera in ritiro con il professionista dal livello più alto come cultura, valori ed etica del lavoro con cui abbia mai giocato. Io lo vedevo arrivare prima e finire dopo gli allenamenti. Alle dieci e mezza di sera del giorno prima della partita preparavamo la camomilla con i biscotti e, mentre io mi addormentavo sempre molto tardi, per lui spegnevo la tv alle undici perché era uno che ‘quando si dorme, si dorme’. Sapeva scegliere quando essere totalmente concentrato e rispettare i sacrifici dell’essere calciatore, e quando invece prendersi delle pause per il divertimento e per qualche sfizio nella vita privata“.
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