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Ad oltre quindici giorni dall’inizio di Euro 2016, le scelte del commissario tecnico dell’Italia Antonio Conte fanno già discutere. “Romagnoli doveva esserci!”, “Perché Sturaro?!”, “Ma Benassi dove gioca?”, “Come fai a non portare Pavoletti?!”. Questi e tanti altri commenti di disapprovazione accompagnano per strada e sui social network il cammino di avvicinamento degli azzurri alla competizione continentale di scena in Francia dal 10 giugno al 10 luglio.
Svestendo per un attimo i panni dei tifosi-allenatori che tanto amiamo e provando ad entrare nei ricami tattici dell’ex allenatore della Juventus, analizziamo i probabili motivi delle convocazioni e delle esclusioni stabilite nelle ultime ore.
Conte ha deciso che la sua (o la “nostra”) Nazionale giocherà con il 3-5-2. Da ciò si deve partire prima di avanzare qualunque supposizione. Che piaccia o meno, è questo il suo modulo di riferimento, lo schema che tante soddisfazioni gli ha regalato in passato, l’assetto sul quale ha impostato il suo lavoro negli ultimi anni, compreso quello con l’Italia. Di conseguenza, escludendo i portieri, tra i quali alle spalle di Buffon e Sirigu è stato selezionato Marchetti, gli elementi scelti sono i più compatibili con tale modulo.
Considerando inamovibile il trio difensivo Barzagli – Bonucci – Chiellini, come alternative avrebbero meritato una chance Acerbi e Romagnoli, autori di un’ottima stagione rispettivamente con Sassuolo e Milan. Entrambi, però, la stagione l’hanno disputata al centro di una difesa a 4, così al momento dei primi tagli sono stati rispediti a casa. Dentro, al loro posto, Rugani, Astori e Ogbonna. I primi due, giocando nella Juve e nella Fiorentina, conoscono alla perfezione i meccanismi di una difesa a 3, mentre il ventottenne di origini nigeriane ha dalla sua la duttilità che gli permetterebbe, in caso di eventuale cambio di schema a partita in corso, di fare anche il terzino sinistro.
Gli infortuni di Marchisio e Verratti, oltre alla scarsa condizione di Pirlo volato in America più per esperienza di vita che per stimoli agonistici, hanno sensibilmente complicato la situazione del centrocampo azzurro. Se in cabina di regia sembra essersi conquistato il posto il redivivo Daniele De Rossi, atleticamente al top nei test di Coverciano, per le altre maglie è bagarre. La sensazione è (e qui chiamiamo in causa il secondo punto fondamentale delle scelte del CT) che Conte si fidi dei “suoi” uomini. Quella che vedremo all’Europeo sarà una Nazionale priva di fantasia: non sarà l’Italia dei Bonaventura, dei Soriano e degli Insigne, ma sarà quella dei Parolo, dei Florenzi e magari degli Sturaro. Sì, Sturaro, quello che alla Juve il campo lo vede poco ma che in bianconero è stato portato proprio da Conte. Gli interni di centrocampo dovranno garantire corsa, sacrificio e resistenza, dunque non ci sarà da stupirsi se Benassi, abituato a far questo nel 3-5-2 del Torino di Ventura, volerà in Francia, anche a causa dei problemi fisici di Montolivo e Thiago Motta.
Per quanto riguarda gli esterni, l’idea è lanciare dal primo minuto un’ala offensiva da una parte e un terzino avanzato dall’altra. Di dubbi, quindi, ce ne sono pochi, con Candreva, El Shaarawy, Darmian e De Sciglio in netto vantaggio su Zappacosta e Bernardeschi, i quali molto probabilmente non saranno presenti sull’aereo per Montpellier, sede del ritiro azzurro.
Il discorso degli “uomini di Conte” torna prepotentemente in pista nel capitolo attacco. Grazie a Eder, Pellè, Immobile e Zaza la Nazionale ha superato la fase delle Qualificazioni e ciò ha influito non poco sulle convocazioni. Forse sarebbe stato più corretto portare Pavoletti e Belotti, ma tra il CT e i quattro sopracitati esiste un feeling che sarebbe stato impossibile creare in venti giorni con il centravanti del Genoa e con quello del Torino.
Inventare qualcosa nei momenti di difficoltà dando spazio al proprio talento sarà il compito di Insigne e Giaccherini, difficilmente titolari seppur sostenuti (soprattutto il napoletano) dai milioni di tifosi-allenatori che daranno sfogo alle loro emozioni sui divani dello Stivale.
Non avremo una squadra ricca di grandi individualità ma abbiamo la difesa più forte del mondo e una straordinaria capacità di organizzarci per sfruttare al meglio le nostre qualità. L’obiettivo di Conte è far sì che i 14 ragazzi che scenderanno in campo in ogni gara sappiano esattamente come e cosa fare, quello della Nazionale è superare il girone e ragionare partita per partita e quello degli avversari sarà batterci. Battere l’Italia, però, non è mai facile. E questo lo sanno bene tutti.