“Grazie al calcio sono diventato una persona famosa e sfrutto ciò per aiutare il mio Paese. Dall’inizio della guerra ho deciso di stare al fianco della mia Nazione e del mio popolo. Adesso, come consulente del Presidente, continuo in questa mia missione“. Così Andriy Shevchenko a “Che Tempo Che Fa”, sul NOVE. “Dall’inizio della guerra, diciottomila bambini sono stati deportati dall’Ucraina in Russia. Poi tanti bambini e ragazzi, circa mille, sono stati feriti; mentre altri 500 hanno perso la vita. In più alcuni minorenni sono stati violentati“. Questi i dati ripresi dall’ex calciatore, per anni bandiera del Milan e della Nazionale dell’Ucraina. “La Polonia è stato un grande alleato in questi ultimi anni per l’Ucraina, al pari dell’Italia o dell’Inghilterra. Il fatto che gli europeisti siano avanti in queste elezioni in Polonia è per noi una grande notizia“, ha detto ancora Sheva.
“Stiamo portando fondi in Ucraina anche per ricostruire gli stadi per far in modo che i ragazzi possano un giorno tornare a vivere lo sport e magari, quando finirà il conflitto, riuscire a dimenticarlo. Questa partita della ‘guerra’ è la più importante della mia vita, dobbiamo fare tutto il possibile per tenere il nostro Paese unito“, ha affermato Shevchenko per poi concludere: “La nostra speranza è non solo restare uniti ma anche continuare ad avere l’appoggio dei nostri alleati. L’Ucraina resterà viva“.