![Karl Heinz Rummenigge](https://www.sportface.it/wp-content/uploads/2017/03/Karl-Heinz-Rummenigge.jpg)
Karl Heinz Rummenigge - Michael Lucan CC BY-SA 3.0 DE
Quello del numero di partite che si giocano oggigiorno è un tema centrale ormai da un paio di anni nel mondo del calcio. Molti calciatori e allenatori, infatti, ritengono che il numero di impegni siano eccessivi, portando a un rischio molto maggiore di infortuni, tra le altre cose. La situazione si è aggravata ulteriormente in questa stagione, che ha visto l’introduzione delle nuove formule delle competizioni UEFA (Champions League, Europa League e Conference League). Senza dimenticare che la stagione, per diversi club, finirà molto dopo rispetto al solito, visto che si terrà la prima edizione del nuovo Mondiale per club. Eppure, per Karl-Heinz Rummenigge la “colpa” di tutto ciò è proprio di calciatori e procuratori.
Rummenigge: “Troppe partite? Trappola che i calciatori si sono imposti”
In un’intervista rilasciata a Sport Bild, l’ex attaccante, attuale membro del Consiglio di Sorveglianza del Bayern Monaco, non ci gira intorno: “I giocatori dovrebbero smettere di lamentarsi. Tutte le trattative contrattuali a cui ho assistito vanno sempre in una sola direzione. Sempre più lontano, sempre più in alto, sempre più veloce. Ma tutti quei soldi devono arrivare da qualche parte”. Un esempio pratico arriva proprio dalla Germania, dove è un “miracolo” che le entrate televisive siano aumentate del 2%. Ma, anche per questo, “i calciatori e i loro agenti chiedono di più, quindi non si parla più del 2%. I soldi devono venire da altre competizioni, come il Mondiale per club in estate. È una trappola che i giocatori si sono imposti“.
A proposito di Mondiale per club, Rummenigge non usa giri di parole per definire la nuova formula a sua volta un miracolo: “Con sette squadre in inverno era noiosa. Chi vinceva la Champions League, andava lì sapendo già che sarebbero tornati con un nuovo trofeo”. Inoltre, l’ex attaccante ha ricordato come, “per la prima volta, una competizione per Nazionali, la Confederations Cup, è stata abbandonata a favore di una competizione per club”.
“Calcio va verso un muro, nessuno è disposto a frenare”
In generale, comunque, Rummenigge ha una visione negativa di quello che sarà il calcio in futuro: “Se continua così, il calcio sarà l’unica industria al mondo a produrre solo perdite e non più profitti. Ci stiamo dirigendo verso un muro, ma nessuno è disposto a togliere il piede dall’acceleratore e a frenare”. Infine, un commento sul progetto della Superlega: “Così come era stata pensata in origine, con i top club di Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania, non esisterà mai. Perché nessuno vi parteciperà, tranne Real Madrid e Barcellona. Ora, invece, si stanno avvicinando ai club di seconda fascia, ma non diventerà mai una Superlega”.