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L’ex attaccante della Juventus, David Trezeguet, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Clarin’, ha ripercorso le tappe della sua carriera, soffermandosi sul alcuni punti in modo particolare: “Maradona era il mio idolo, sono cresciuto con la sua immagine sollevando la Coppa in Messico ’86. E dodici anni dopo ho fatto lo stesso a Francia ’98. È stato forte, molto forte. Quel trionfo l’ho vissuto tutto in maniera molto emotiva. Ma a quell’età è difficile capirlo. Mi sono reso conto di cosa significasse essere campione del mondo da grande, più quando mi sono ritirato che quando avevo 20 anni. È pura emozione. Ho vissuto molto bene, nonostante ci fossero anche cose negative che fanno parte della vita del calciatore. Quindi dico sempre che i grandi calciatori sono quelli che si alzano dopo una sconfitta. Ho sempre seguito quell’idea ed era un po’ il mio modo di pensare e di vivere”.
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Il francese, però, durante la sua carriera ha vissuto anche momenti molto difficili a livello sportivo: “Nel 2003 ho perso una finale di Champions League contro il Milan e poi nel 2006 una finale mondiale contro l’Italia. Sono situazioni che non sono semplici a livello emotivo. Ma l’anno successivo ho mostrato di nuovo le mie qualità e segnato tra 20 e 25 gol. Un giocatore forte e importante è quello che risale dopo un brutto momento”.
Trezeguet, poi, ha avuto modo di parlare anche degli attuali protagonisti del calcio europeo e mondiale, tessendo le lodi del connazionale Mbappé: “Kylian Mbappé è il futuro prototipo di quello che sarà il calcio. Fisicamente è il prototipo di ciò che è il calciatore europeo. Alto, tecnico, estrema velocità, colpisce con entrambe le gambe, è un mix di Cristiano e Leo ma con una tecnica superiore a quella di Cristiano con un fisico incredibile e non bisogna dimenticare che ha 20 anni. Ogni generazione ha un modello da seguire e proprio come Leo e Cristiano erano dalla precedente, ora Mbappé sarà il prototipo della nuova generazione e il modello da seguire”.
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