Calcio

Torniamo a Berlino, ma quanta fatica. Zaccagni salva l’Italia al 98′, con la Svizzera servirà ben altro

Italia esultanza
Italia esultanza - Foto Pawel Andrachiewicz / PressFocus

L’Italia torna a Berlino. Dopo la finale trionfale del 2006, c’è appena un ottavo contro la Svizzera, conquistato in modo insperato grazie a un gol al 98′ di Zaccagni che evita il disastro e la sconfitta con la Croazia. Modric e compagni sono beffati e quasi fuori da Euro 2024, mentre gli azzurri di Spalletti, che hanno giocato una partita francamente insufficiente, si ritrovano quantomeno agli ottavi così come da attese, ma hanno dovuto faticare molto più del previsto. Sembrava ormai tutto perduto, sembrava scontato dover sperare di essere una delle migliori terze, invece dopo 97′ di errori tecnici, errori difensivi, miracoli di Donnarumma e cambi continui di modulo, arriva la giocata Calafiori-Zaccagni che può dare tutt’altro senso alla campagna europea della Nazionale. Con gli elvetici, però, servirà un’altra Italia: servono maggiori certezze contro una squadra che fa del dinamismo misto alla qualità il proprio punto forte, che è camaleontica e stava quasi per battere la Germania. Il problema, purtroppo, resta uno: gli azzurri sono in grado di fare di più o il livello è questo?

Spalletti sorprende con le scelte di formazione: Retegui fa coppia con Raspadori in attacco nel 3-5-2 e Chiesa, così come Frattesi, si accomoda in panchina. Di Lorenzo a tutta fascia, Darmian da braccetto, mentre Jorginho non si tocca in cabina di regia con l’obiettivo di riscattare la prova opaca contro la Spagna. Dalic, invece, non rinuncia certo a Modric e davanti c’è Kramaric con il talentuoso folletto Sucic lanciato a furor di popolo. Era prevedibile, dopotutto non eravamo noi a dover vincere a tutti i costi. L’approccio, però, è francamente molto preoccupante: il primo quarto d’ora è dominante da parte dei croati, Donnarumma fa un miracolo su Sucic, le due opportunità azzurre sono con Retegui prima e poi con Bastoni che tutto solo di testa trova il grandissimo riflesso di Livakovic. Ma nei 45′, c’è poco da girarci attorno, è la formazione croata a tenere palla e a mostrare un calcio propositivo, costringendoci spesso a rincorrerla. Alla fine, però, le occasioni vere per loro sono ben poche e la mole di gioco è fine a se stessa. Al duplice fischio di Makkelie, però, la sensazione era una: continuando così, alla lunga, il gol lo avremmo preso, visto che i contropiedi sono stati ridotti al lumicino, ammesso fosse quella la strategia azzurra contro i palleggiatori e lenti croati. E così è: pronti-via e Frattesi, entrato per uno spento Pellegrini, apre il braccio come in qualsiasi sport eccetto quello che pratica bene all’Inter e in Nazionale e stavolta è decisivo in negativo. Makkelie non vede, il Var sì e c’è il rigore, ma Donnarumma è ancora una volta prodigioso e para dagli undici metri su Modric. Che però, da grande campione, non si abbatte e dopo nemmeno un minuto perfora la difesa disattenta della Nazionale. 1-0 e Italia terza, ma soprattutto la squadra, nonostante gli ingressi dei vari Chiesa e Scamacca, non si scuote, si riversa sì in avanti, ma sbaglia di tutto a livello tecnico. E nell’ultimo degli otto minuti di recupero, persino generosi, la giocata improvvisa: Calafiori (che è stato ammonito ed era diffidato, dunque non giocherà a Berlino sabato) sfonda con una giocata super, palla per un altro neoentrato, Zaccagni, che come d’incanto ritrova la vena perduta per tutta la stagione e piazza il destro a giro che salva l’Italia da una due giorni di estrema sofferenza. Siamo vivi, siamo a Berlino: con la Svizzera, però, servirà ben altro.

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