“I calciatori di oggi non sono come erano ai tempi di mio padre: allora non c’erano i social, erano considerati degli sportivi e basta. In pochi si esponevano davvero su temi politici e sociali. Adesso invece siamo degli esempi per chi ci segue, ciò che diciamo e i nostri comportamenti possono avere un impatto, le nostre interviste possono muovere le persone. Un calciatore contemporaneo deve capire che deve esporsi, che non può tacere su determinate cose”. A parlare è Marcus Thuram, grande protagonista di questo avvio di stagione con la maglia dell’Inter e della Nazionale francese, ma anche una persona molto attento ai temi politici e sociali. In un’intervista rilasciata a GQ, il calciatore torna su quanto accaduto quest’estate, con la presa di posizione sua e di alcuni suoi colleghi ei confronti del Rassemblement National, il partito di estrema destra che aveva concluso in testa il primo turno delle elezioni legislative francesi per poi essere battuto al secondo.
“Questa estate Rn stava per andare al potere, e così io e altri giocatori della Francia siamo andati in conferenza stampa e abbiamo detto quello che pensavamo, quello che ritenevamo giusto – spiega il calciatore – Credo che siamo riusciti a esprimere il pensiero di tanti ragazzini neri o di altre minoranze che vivono in Francia, e che non possono assolutamente accettare certe politiche. In fondo anche noi eravamo così, dei ragazzini francesi, quindi sapevamo di cosa stavamo parlando – conclude – E siamo riusciti a fermare ciò che volevamo fermare”.