Gabriele Gravina l’ha definita “una giornata importante e di festa”, che segnerà uno “spartiacque importante di un modo di essere disponibili nel raccogliere le esigenze del mondo del calcio per trasformarle in progettualità future”. Lunedì 3 febbraio, presso il Rome Cavalieri è in programma l’assemblea elettiva della FIGC, che vede il presidente uscente come candidato unico. “A vele spiegate”, è il titolo del programma elettorale del numero 1 di Via Allegri, in vista della conferma per il nuovo quadriennio olimpico. Il ciclo 2021-2024 si è chiuso con la riforma da tempo invocata, che ha restituito un clima di serenità tra Figc e Lega Serie A dopo mesi di tensioni legate al famoso emendamento Mulè, al quale è stato dato sviluppo (in una forma moderata) col nuovo assetto di governance del calcio italiano: le leghe professioniste sono salite al 36% di rappresentanza e hanno superato il 34% dei dilettanti, mentre gli arbitri (prima di novembre al 2%) sono usciti dal puzzle federale, a fronte di una maggiore autonomia organizzativa.
GLI INTERVENTI LEGISLATIVI RICHIESTI
Si riparte da questo contesto. E nel suo programma Gravina mette l’accento su alcuni interventi legislativi. A partire dalla ‘Tax Credit’, già riconosciuta al mondo del cinema e dello spettacolo. Il calcio chiede pari dignità con altri settori (“Sport è cultura”, disse Gravina proprio in commissione Cultura e sport in Senato) e spera di vedersi riconoscere una detrazione d’imposta per investimenti ‘virtuosi’ nei settori giovanili e nelle infrastrutture sportive. L’altro tema è quello riguardante il betting, già sollevato anche da alcuni presidenti di Serie A (Scaroni ne parlò durante un talk a Roma lo scorso novembre). In breve, Gravina punta al reinvestimento di una percentuale dei proventi delle scommesse sul calcio (sul modello della legge portoghese) con destinazione vincolata in investimenti nei settori giovanili, nel calcio femminile e nell’impiantistica, realizzando nel contempo percorsi di contrasto e formazione nel campo della ludopatia. Allo stesso tempo viene chiesta l’abolizione della norma introdotta nel 2018 con il Decreto Dignità che vieta la pubblicità di giochi e scommesse riguardanti gli eventi calcistici e le società di calcio. Tra le misure chieste anche il rifinanziamento della legge sul professionismo femminile (introdotto sotto la presidenza Gravina nel 2022).
IL TEMA STADI
L’altro tema caldo è quello legato agli stadi. Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha messo in moto un gruppo di lavoro che coinvolge anche il Mef, oltre a Cdp, Icsc, Sace, Invit, Sport e Salute e che negli ultimi mesi ha svolto audizioni nelle varie realtà italiane. Un primo passo che dimostra l’interesse delle istituzioni. Ma Gravina vuole di più e tra le misure richieste c’è una “legge speciale per gli stadi per supportare la realizzazione di nuove infrastrutture e/o il rinnovamento di quelle esistenti attraverso lo snellimento delle procedure autorizzative e l’individuazione di nuove logiche di finanziamento”. Un argomento urgente, anche alla luce di Euro 2032. Per questo la Figc prevede un “sostegno concreto al completamento della costruzione e/o del rinnovamento dei cinque stadi da indicare alla UEFA per ospitare il campionato europeo del 2032”. La rincorsa è iniziata, ma bisognerà fare presto visto che la Uefa attende entro ottobre 2026 la lista degli impianti definitivi. La Turchia non ha problemi, l’Italia deve correre. Tra gli altri punti a sostegno del sistema calcio c’è anche il “completamento dell’attuazione della disciplina dell’apprendistato” e il “Riconoscimento alla FIGC dello status di impresa sociale”. Una richiesta dettata anche dai numeri: più di un ragazzo italiano su 5 tra i 5 e i 16 anni è tesserato per la Figc, ogni anno si disputano inoltre 550.000 partite ufficiali (una ogni 58 secondi) all’interno di 13.000 campi da gioco, l’incidenza sul PIL italiano è stimabile in 11,3 miliardi di euro, con quasi 130.000 posti di lavoro attivati e 12 settori produttivi coinvolti.
Al centro del programma di Gravina c’è poi il tema della riorganizzazione del settore tecnico. Peraltro, il presidente Figc pochi giorni fa è intervenuto come ospite al consiglio federale della Federbasket per illustrare il ‘Sistema Coverciano’. “Un’eccellenza” che la pallacanestro italiana vorrebbe imitare in parte. Gravina studia però nuovi assetti. E quell’idea sviluppata nel luglio 2023 di affidare al Ct Roberto Mancini – poche settimane prima del clamoroso addio – l’incarico di coordinatore di Nazionale maggiore, Under 21 e 20 potrebbe tornare d’attualità con l’introduzione “della figura del Direttore Tecnico federale” e con un “maggiore coordinamento ed integrazione tra le attività peculiari dei due Settori (Tecnico e giovanile, ndr)”. Prevista poi “la revisione del sistema di protezione e di valorizzazione degli investimenti dei Club nei settori giovanili attraverso una nuova premialità e nuovi meccanismi incentivanti, l’introduzione di nuove tutele, l’adozione di un sistema mutuato dalla cosiddetta ‘Riforma Zola’ e l’introduzione di un rating federale dei settori giovanili”. Senza dimenticare “l’ottimizzazione del progetto delle ‘seconde squadre’ nel calcio professionistico, che tenga conto delle peculiarità di ogni Lega, e la creazione dell’Accademia Federale (Under 23)”.