Doppia soddisfazione per Carlo Tavecchio dopo la vittoria dell’Inter sulla Juventus. Il Derby d’Italia renderà il campionato più interessante e il presidente della Federcalcio non nasconde la sua fede nerazzurra: “Ho sempre avuto simpatia per questa squadra – ha confessato ai microfoni di Radio Anch’io -, adesso la Serie A è più aperta e anche l’Inter avrà la sua chance come tutte le altre. Record di spettatori a San Siro? Mi fa piacere, vuol dire che quando c’è agonismo la gente va allo stadio”.
In questo modo, il numero uno del calcio italiano si è ricollegato all’idea di De Laurentiis di costruire uno stadio da 20mila posti: “Uno stadio d’elite non è compatibile con una piazza popolare come quella di Napoli. Gli investimenti, comunque, devono essere fatti anche da parte dei Comuni: lo sport, e quindi gli stadi e tutto ciò che gli cresce intorno, favoriscono lo sviluppo economico. Una città come Napoli deve avere uno stadio coerente con la sua dimensione”.
Il numero uno del calcio italiano ha poi parlato del progetto di riduzione delle squadre nella massima serie del campionato. “Porterebbe un aumento del tasso tecnico e dei tifosi. In queste settimane incontrerò le Leghe per un “gentile ultimatum” anche se non sarà semplice. Il tutto non può essere ridotto in un anno, occorre un piano quadriennale o quinquennale, in modo da riportare calcio dilettantistico e professionistico ai propri posti. Il numero ideale? 18 squadre per la Serie A, 20 per la B e due gironi da 20 per la Lega Pro”.
Una battuta finale sull’elezione di Ceferin come nuovo presidente della Uefa, da sempre sostenuto da Tavecchio: “Tutti sanno che maremoto c’è stato alla Fifa e alla Uefa. E’ caduto un impero. In questa situazione drammatica bisognava trovare a mio avviso delle persone che cambiassero radicalmente la questione. Ho conosciuto Ceferin a Lubiana, ho avuto contatti con lui: inizialmente eravamo in netta minoranza, 6-7 Paesi, ma abbiamo fatto le nostre lobby. La Figc ha contattato la Francia, poi la Germania: l’Italia ha avuto il riconoscimento dovuto in questa fase di promozione come le compete il suo rango da pluristellata. L’Uefa deve ascoltare, non comandare. Deve essere più democratica, avrà un colloquio maggiore con la Fifa ed è inevitabile che ci sia questo nuovo rapporto. L’Italia avrà un grosso vantaggio da questa situazione”.