Stankovic ha parlato anche del suo rapporto con Massimo Moratti: “Quando ero alla Lazio sentivo i giocatori dell’Inter parlare di lui. Pensavo fossero ruffiani, lecchini. Quando l’ho conosciuto, ho capito: nessuno ama una squadra come lui ama l’Inter“. Proprio Moratti diceva che i giocatori del triplete erano completi come i Beatles e quando gli viene chiesto in chi si rivede, Stankovic risponde: “In quello che portava ai concerti le casse con dentro gli strumenti“. Stankovic ha parlato anche dell’addio di Mourinho, che al termine di quella stagione andò al Real Madrid: “L’avevamo capito, ma non ci pensavamo. Eravamo presenti al momento, come dice Michael Jordan in The Last Dance. Una storia meravigliosa”. Allora la domanda sorta spontaneamente è chi era il Michael Jordan nell’Inter del Triplete e Stankovic ha risposto: “Il gruppo. Eravamo un corpo solo, lo saremo per sempre” .
Stankovic è oggi l’allenatore della squadra per cui tifava da bambino, la Stella Rossa Belgrado: “Il mio sogno da piccolo era fare gol al Partizan. L’ho fatto a 17 anni, in finale di Coppa di Serbia. A quel punto ho dovuto inventarmi altri sogni, ed eccomi qui“. Il club si trova al momento primo in classifica con 11 punti, in attesa della ripresa del campionato, che riprenderà “il 29 maggio. Se vinciamo contro il Rad, siamo campioni. Siamo in corsa anche per la coppa nazionale. Ci alleniamo da tre settimane”. Stankovic ha poi detto la sua su come la Serbia abbia gestito l’emergenza sanitaria: “Spiegare a un popolo che ha vissuto la guerra che deve stare in casa per un virus è stato complicato. Ma quando l’abbiamo capito, in 45 giorni ne siamo venuti fuori. I serbi sono capaci di grande disciplina“. Infine, Stankovic ha risposto alla possibilità di allenare l’Inter: “Mi piacerebbe certo, è casa mia. E sono contento che Inter e Lazio siano lì su in classifica. Sinisa mi ha insegnato a non mollare. Ci sentiamo tutti i giorni, è più di un fratello, è padrino dei miei tre figli“.