La pandemia di Coronavirus sta influenzando pesantemente l’industria del calcio e dello sport in generale. Fra gli studi portati avanti dal CIES Football Observatory si è voluto indagare su quale potesse essere la diminuzione del valore di trasferimento dei giocatori di calcio a 11 nel caso in cui non venga giocata alcuna partita dal 10 marzo scorso fino al prossimo 30 giugno (praticamente se non si terminasse il campionato forzatamente sospeso) e se nessun contratto venisse prolungato fino alla fine dello stesso periodo. Ne è derivato che il valore di trasferimento totale dei giocatori, prendendo in esame solo i 5 più importanti campionati d’Europa, diminuirebbe quasi del 30%: in soldoni vorrebbe dire passare da 32,7 a 23,4 miliardi di euro.
L’entità della riduzione varia in base a diversi fattori quali l’età dei giocatori, la durata del contratto, il percorso di carriera e le prestazioni recenti; non è stata presa in considerazione, per chiara mancanza di dati oggettivi, la diminuzione delle performance sportive dovute alla preoccupazione come espressa da Toloi dell’Atalanta. La perdita maggiore in termini relativi riguarda i calciatori che invecchiano con contratti a breve termine e che hanno giocato meno partite durante la stagione in corso rispetto alla precedente. Ad esempio, il valore di trasferimento stimato di Paul Pogba sarebbe quasi dimezzato, andando da 65 milioni di euro a soli 35 milioni.
La potenziale perdita percentuale maggiore per i bilanci dei singoli club è stata misurata a sfavore dell’Olympique de Marseille, con il 38% in meno. Al contraria la perdita più bassa viene imputata ad un’altra squadra francese della Ligue 1: la Stade Brestois 29 (comunemente conosciuta come Brest), con una molto più modesta perdita del 16%. I valori presentati sono stati calcolati sulla base dell’algoritmo esclusivo dell’Osservatorio calcisto CIES, che dal 2013 ha sviluppato un efficace approccio econometrico per valutare il valore di trasferimento dei calciatori professionisti su base scientifica.
Ma oltre alle conseguenze economiche che riguardano strettamente le quotazioni dei cartellini dei vari giocatori, Elisa Bruno del sito REVIEWbox, attenta conoscitrice del settore radiotelevisivo, avverte sul prorompente impatto di tutta la filiera: vale a dire le ingenti quantità di denaro che circolano abitualmente per merchandising, servizi di manutenzione ordinaria e straordinaria, ingaggi dei procuratori e non ultimo la grande partita dei diritti TV per la trasmissione in esclusiva degli incontri.
Ad esempio Elisa Bruno riferisce che Sky, Dazn e Img hanno già provveduto al pagamento dell’80% di quanto dovuto per la stagione 2019/20, pari a 1,3 miliardi di euro, alla Serie A TIM. Nonostante gli sviluppi a cui ha portato l’emergenza sanitaria, le emittenti non si sono finora tirati indietro innanzi agli onerosi impegni contrattuali però stanno chiedendo una rimodulazione dei pagamenti che tenga conto dell’evolversi delle cose. Lo scenario potrebbe essere quello di rimandare il versamento degli ultimi 230 milioni, oppure ottenere uno sconto per il prossimo campionato; soluzione già adottata per i diritti della Bundesliga.