
Luciano Spalletti - Foto Tiziano Ballabio/IPA Sport
“Il sogno della partita a carte? Sì, magari su un aereo, con il Presidente della Repubblica e quel ‘soprammobile’. Imparerei anche a fumare la pipa“. Inizia così il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, a “Che tempo che fa” su Nove, parlando del sogno di vincere un Mondiale e finire in una foto come quella che ritrae la partita a carte tra Pertini, Zoff, Causio e Bearzot dopo la vittoria nel 1982. “Kean e Retegui? Siamo in un bel momento, abbiamo ritrovato personalità importanti, forti. Nell’ultimo periodo non siamo stati fortunati da avere attaccanti che segnano molto, ora questi due ragazzoni si fanno valere. Noi siamo ripartiti dai giovani perché pensiamo che abbiano l’energia, la novità da farci vedere che ci proietta un po’ verso il futuro. I giovani tirano fuori le cose nuove. Chiaro che bisogna assumersi delle responsabilità importanti. Le responsabilità a volta ti schiacciano, ma da questa responsabilità vediamo che persone siamo“, spiega il ct azzurro.

“Sono convinto che riusciremo a mantenere quel livello di calcio”
“La sconfitta è tale soltanto quando non ti insegna niente. Se ti insegna qualcosa, allora non è solo una sconfitta ma anche motivo di crescita. Per quello che hanno fatto vedere i calciatori nel prosieguo, quella sconfitta ci è servita molto. Siamo arrivati a fare prestazioni dove siamo stati all’altezza del contesto che abbiamo incontrato. Sono convinto che riusciremo a mantenere quel livello di calcio“, afferma Spalletti, in riferimento agli Europei fallimentari della scorsa estate. Il 20 e il 23 marzo si terrà il doppio confronto dei quarti di Nations League contro la Germania: “È una partita di grande fascino. Essere allenatore della Nazionale e non giocare quella partita è un po’ come allenare Milan o Inter e non giocare il derby: sono partite che vanno giocate. Sono sempre un pochino teso, è sempre emozionante disputare queste partite. Preoccupato poco, paura assolutamente no“.
“Dopo Napoli non sarei andato ad allenare nessun’altra squadra. Quando uno è stato in quel contesto lì, con quella maglia al ‘Diego Armando Maradona’, diventa difficile tornarci da avversario“, sentenzia Spalletti, ricordando la sua esperienza sulla panchina del Napoli, culminata con la conquista dello scudetto: “Chi vince lo scudetto? Non me lo fate dire. Io non lo so. Se dico una squadra… sono l’allenatore di tutti. Chi non lo vince? Ce ne sono diverse in fondo, non posso fare nomi“, conclude, evitando di fare previsioni su chi vincerà lo scudetto quest’anno.