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Michele Criscitiello contro l’arbitro Di Loreto, lo scontro continua. Dopo l’inibizione fino ad aprile 2022 del noto giornalista, accusato di aver colpito con calci e pugni la porta dello spogliatoio del direttore di gara al termine di Folgore Caratese-Bra di Serie D, il noto giornalista, presidente della squadra brianzola, ha voluto chiarire con un lungo messaggio su Instagram corredato da foto e video la sua versione dei fatti. Versione che non coincide con il referto arbitrale di Di Loreto. “Ho sempre preferito i fatti alle chiacchiere e anche questa volta porto le prove che la Lega Dilettanti ha già in possesso da ieri. Quanto scritto nel referto da questo ragazzo (arbitro di 26 anni) è una ricostruzione smentita dai fatti“, esordisce Criscitiello nel suo post.
Il primo documento per avvalorare la sua tesi è una fotografia della porta dello spogliatoio arbitrale. “Ha preteso la presenza fissa di un carabiniere. Ciò conferma che non era neanche possibile avvicinarsi. Altro che calci“, scrive il giornalista di Sportitalia. Punto due, un video in cui si vede il signor Di Loreto uscire in tranquillità (eccezion fatta per qualche voce in sottofondo) in direzione macchina dopo la gara. “Per fortuna faccio un mestiere dove le prove sono tutto e io ho documentato. Mentre filmo non mi avvicino neanche. Inoltre c’è il verbale dei carabinieri dove c’è scritto ‘nulla è accaduto’ – aggiunge Criscitiello -. Il giudice sportivo non indaga, riporta quanto scritto dall’arbitro. La Procura Federale, invece, indagherà su presunte frasi razziste di questo signore ad un nostro tesserato. Il mio obiettivo è la sua radiazione“. Il motivo principale delle proteste della Folgore Caratese all’indirizzo dell’arbitro sarebbe proprio una presunta frase razzista che il giovane fischietto avrebbe detto a un calciatore di colore dei padroni di casa.
Ancora Criscitiello: “Confermo invece di avergli detto ‘stai facendo il fenomeno’ e ‘sei un incapace’. Tutto ciò quando usciva dal campo, non dopo. Sono sempre fatti. Non chiacchiere. Il calcio lo vivo con passione e sangue caldo ma le false ricostruzioni non le tollero“, conclude il giornalista.
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