Situazione nervose e scontri automatici in Serie C nel pomeriggio di domenica 26 marzo. La posta in palio fra Piacenza e Novara era alta. I locali erano quasi condannati a vincere per sperare almeno nei playout mentre per i piemontesi vincere significava blindare o quasi i playoff. Alla fine è stato 1-1 che non ha accontentato nessuno. La tensione, quindi, si toccava con mano e gli scontri avvenuti a fine gara ne sono stati purtroppo testimonianza.
Tutto si è accesso con il pugno rifilato da Benalouane, difensore del Novara, nei confronti di un tifoso del Piacenza che entrato in campo aveva aggredito l’ex Cesena. Da lì in poi è stata baraonda. Nella mattinata di lunedì intervenuto il Novara che con un comunicato ufficiale ha voluto porgere la propria versione dei fatti: “Ogni forma di violenza, in campo e fuori, è sempre inaccettabile e da condannare a priori. Al termine del match il presidente Massimo Ferranti è stato accerchiato e aggredito verbalmente da un gruppo di tifosi locali all’uscita dallo stadio“.
Comunicato che poi prosegue: “Gli stessi tifosi, non contenti, hanno poi aggredito anche due calciatori del Novara, recando offese personali ad uno di essi con epiteti di natura razzista e spintonandolo più volte, il tutto senza alcun controllo da parte degli organi preposti che dovrebbero tutelare la sicurezza delle parti coinvolte nell’evento. Il calciatore, spaventato, ha reagito per tutelare la propria incolumità“.
In conclusione: “Il club azzurro non giustifica la reazione del calciatore, la violenza è sempre una risposta sbagliata, figlia però di una gestione del piano sicurezza inadeguata per un evento pubblico, che ha permesso che frange estremiste di tifosi locali entrassero a contatto diretto con i calciatori e i dirigenti della squadra ospite. È inaccettabile che venga messa a repentaglio la sicurezza di tesserati e dirigenti e ci auguriamo che episodi del genere non si verifichino mai più“.