“Nell’immaginario collettivo si prendono ad esempio quei dieci calciatori che stanno con le veline, discoteche e soldi. Dieci giorni fa il problema in Italia erano i calciatori, ma i calciatori vengono pagati dai privati e danno al fisco in maniera proporzionata” ha dichiarato Lucarelli. “Il calcio ha una sua specificità rispetto agli altri sport e si finanzia in maniera diversa. Se fallisce una società di calcio non c’è solo il calciatore, ci sono tante persone che lavorano per una società” ha sottolineato il tecnico, che sull’ipotesi si sorteggio in Lega Pro per la quarta squadra da promuovere in Serie B ha aggiunto: “Partecipando tante squadre, diventa difficile pensare di premiare la squadra arrivata decima. Sono sempre appassionato al calcio pane e salame e alle belle storie“.
Serie C, Lucarelli: “Favorevole a ripresa graduale, ma deve esserci”
La curva nord di Catania - Foto di Roberto86 - CC BY-SA 2.5
“Bisogna cercare di tornare pian piano a una normalità, da un punto di vista professionistico e amatoriale. Sono favorevole a una ripresa graduale, ma deve esserci. Si parla di sport, ma potrei citare persone che da due mesi non portano a casa stipendio“. Così Cristiano Lucarelli, allenatore del Catania, ai microfoni di “Tutti Convocati” su Radio24 circa la ripresa delle attività in Italia. “Sono d’accordo sul non sentirsi privilegiati. Mi incazzo quando sento parlare la gente dei calciatori. In serie C guadagnano 1300 euro e passano magari da giocare a Reggio Calabria a Bolzano, questi oggi sono in difficoltà economica” ha detto Lucarelli.
“Il calcio ha in primis una valenza sociale e sarebbe giusto riportare il calcio in casa delle persone. Piaccia o non piaccia, il calcio finanzia anche altre discipline nel sistema sportivo italiano” ha spiegato l’ex attaccante del Livorno.