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Il Palermo dritto in C, la sentenza di primo grado immediatamente esecutiva prima dell’appello, i playout che vengono cancellati: a meno di un anno di distanza dalle incredibili polemiche sui ripescaggi seguite da un’infinita serie di ricorsi, si preannuncia un’altra estate caldissima in Serie B. Il consiglio direttivo della serie cadetta, infatti, ha deciso all’unanimità di non aspettare il giudizio di secondo grado sul caso Palermo e di ridisegnare la classifica, nonché di cambiare ancora una volta il format di un campionato che di calcio giocato ha ormai ben poco.
PLAYOFF SUBITO – La condanna dei rosanero per illecito amministrativo sembrava dover portare a uno slittamento dei playoff e dei playout per aspettare la sentenza di appello in seguito al ricorso dei siciliani: la Lega invece ha fretta e decide di confermare le date della post season per la promozione ammettendo il Perugia, prima delle escluse al termine del campionato regolare, e riscrivendo la classifica. Se è vero che entro il 5 giugno le nazionali che partecipano agli Europei Under 21 avrebbero reclamato i convocati per la rassegna che verrà ospitata proprio dall’Italia (e tanti sono gli azzurrini che militano nel campionato cadetto), falsando in un certo modo gli incontri dei playoff in caso di slittamento, è anche vero che quello della Lega di Serie B è un azzardo in piena regola, dal momento che il Palermo potrebbe riottenere la possibilità di prendere parte ai playoff o comunque di confermare la categoria: la sentenza, però, arriverà dopo la disputa di diversi match della post season e questo andrebbe a creare un’incredibile querelle tra il club di Viale del Fante e la governance della Lega di Balata. Adesso non si può tornare indietro, la Serie B sta andando dritta per la sua strada trascurando i tempi della giustizia sportiva e le mille sorprese che negli ultimi anni ha riservato al calcio italiano, assumendosi un rischio non da poco e di fatto trasformando quella nei confronti del Palermo in un’inedita condanna senza appello.
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NIENTE PLAYOUT – Ancor più inspiegabile appare la decisione di cancellare in corsa i playout: con il Palermo retrocesso all’ultimo posto della classifica, il Foggia è passato dal terzultimo al quartultimo posto, guadagnando in teoria il diritto di giocarsi la permanenza in Serie B con la Salernitana quintultima. Il consiglio direttivo della Serie B ha invece riscritto le regole, interpretando in modo abbastanza oscuro la sentenza sul Palermo, considerato quasi come un corpo estraneo alla classifica finale, e decidendo di procedere “al completamento delle retrocessioni, di cui tre già avvenute sul campo in data 11 maggio 2019 (Foggia, Padova, Carpi) e la quarta (Palermo) decisa dalla Giustizia Sportiva“. Ma in realtà la sentenza del TFN dice proprio l’opposto, sanzionando il Palermo con la retrocessione “all’ultimo posto del Campionato di SERIE B della stagione sportiva in corso 2018/2019“.
E nel calderone dell’immenso caos che si è creato e che genererà polemiche a non finire nelle prossime settimane, c’è da inserire anche il ricorso del Foggia al Collegio di Garanzia dello Sport per la cancellazione o la riduzione della penalizzazione di 6 punti: in caso di accoglimento anche parziale del ricorso (l’udienza è in programma venerdì prossimo, 17 maggio), sarebbe la Salernitana di Claudio Lotito a ritrovarsi al quartultimo posto e dunque condannata alla retrocessione diretta.
OGNI MALEDETTA ESTATE – Una vera e propria sciarada da risolvere che riporta alla mente quanto accaduto nella scorsa estate, con il campionato di Serie B stravolto nel format a pochi giorni dall’inizio dopo che le ventidue squadre iniziali erano state ridotte a diciannove dalle sentenze che hanno escluso Bari, Cesena e Avellino per problemi finanziari. Troppe pretendenti al ripescaggio dalla Serie C (con le neo retrocesse Entella, Pro Vercelli e Ternana da una parte e con le “prime della lista” Siena, Novara e Catania dall’altra), ricorsi e contro ricorsi che hanno portato alla decisione di tagliare la testa al toro confermando il campionato a 19 squadre senza effettuare alcun ripescaggio. Dal 13 agosto, data della decisione del blocco ai ripescaggi, al 13 maggio, giorno in cui si decide di non aspettare le sentenze prima che sia troppo tardi: ancora una volta dovrà per forza di cose esser tempo di nuove riflessioni sullo stato di salute del calcio italiano. Nel mentre, via alle solite polemiche e a più di una seduta nelle aule dei tribunali: una farsa da fermare il prima possibile.
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