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“Il calcio deve ripartire. A step e in sicurezza. Non è possibile che quotidianamente le autorità pongano ostacoli sulla via della ripartenza. Altri Paesi di riferimento in Europa stanno andando avanti in tutto, con regole serie e intelligenti. Qui da noi tante parole, schemi, burocrazia e continui rinvii. Non bisogna vergognarsi di copiare questi modelli”. Queste le parole del presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, che chiede la ripartenza del calcio in sicurezza, ma si dice pienamente convinto che al momento sia possibile ricominciare a giocare.
“I presidenti sono i primi a volere la salute dei propri atleti, mentre la tanto sbandierata tutela invocata dalle autorità pare più strumentalizzazione che altro – afferma Lovisa -. Avendo convissuto con il virus credo di sapere bene di cosa parlo, e ho totale rispetto per chi ha sofferto, e soffre, più di me. I calciatori e chi lavora nel calcio vogliono riprendere a giocare, a svolgere quindi il proprio lavoro in sicurezza. E se qualcuno malauguratamente risultera’ positivo, questo e solo questo dovrà essere isolato. Non quindi tutto il gruppo squadra. Come in un’azienda e in un qualsiasi altro posto di lavoro. Senza trovare a tutti i costi dei colpevoli, il presidente e il medico sociale, quando il colpevole, se rispettate scrupolosamente le prescrizioni, è il virus”.
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“Se l’obiettivo della politica è invece fermare e affossare il calcio ce lo dicano chiaramente e se ne assumano tutte le responsabilità – ha concluso Lovisa -. E i presidenti, coloro che nel calcio investono risorse, tempo e passione, motore della terza industria d’Italia, agiranno di conseguenza”.
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