È in programma domani l’udienza davanti alla Corte d’appello della Figc, chiamata a prendere una decisione sulla proposta di radiazione o, in subordine, di cinque anni di squalifica per Manolo Portanova, il calciatore del Genoa in prestito alla Reggiana, condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per l’accusa di violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa senese. Nello scorso gennaio, il Collegio di Garanzia rinviò la causa alla Corte federale d’appello in diversa composizione.
Intanto, a prendere parola sul caso è l’associazione Vittime di falsi abusi che rende noto di aver scritto una lettera-appello alla Corte federale d’appello Figc, “condividendo con la giustizia sportiva i dubbi già espressi pubblicamente circa le contraddizioni e interpretazioni nebulose che ruotano attorno alla denuncia nei confronti del calciatore”. “Dubbi che, se sviscerati approfonditamente, potrebbero portare” alla sua innocenza. “Continuare a ignorare quanto esposto e documentato espone non solo Manolo Portanova ad essere vittima due volte, ma” la Corte “a un errore irreparabile”: “Dalla vostra decisione dipende la possibilità per una persona di perdere tutto, pur non essendo stato riconosciuta la sua colpevolezza in via definitiva”. L’associazione rende poi noto di aver depositato, tramite il proprio legale Marina Bortolani, un esposto in Procura a Siena “per comprendere definitivamente non tanto l’innocenza o colpevolezza di Manolo Portanova, a cui sono chiamati altri giudici, ma la corrispondenza delle dichiarazioni esternate dalla presunta vittima in sede di querela con la documentazione agli atti”.