La Camera dei Deputati è stata teatro della presentazione del Genoa Club “Zeneixi de Roma – Francesco Bruzzone”, alla presenza di alcuni parlamentari tifosi del Grifone. L’occasione è stata quella per presentare anche la richiesta di vedersi assegnare uno scudetto in più, tra l’altro il decimo, che vorrebbe dire stella. Il motivo è presto detto, come dichiarato da Paolo Zangrillo, fratello del presidente del Genoa Alberto: “Io spero che il nostro Genoa un giorno lo scudetto della stella lo possa conquistare in campo, ma in questo club ci muoveremo per riavere quello del 1925 perso in circostanze particolari“, le dichiarazioni riportate da primocanale.it.
Il riferimento è alla finale della Lega Nord di quegli anni, e in particolare al terzo “replay” dopo i due precedenti pareggi (ai tempi non c’era la lotteria dei rigori: con il pareggio dopo i supplementari, la partita andava ripetuta): sul punteggio di 2-0 per il Genoa, ci fu un episodio di “gol non gol” da parte del Bologna, in cui l’arbitro Giovanni Mauro assegnò l’angolo. Ne seguì una violenta invasione di campo da parte dei tifosi bolognesi, al seguito della quale il direttore di gara si vide costretto ad assegnare il gol. Il Bologna riuscì poi a pareggiare; il Genoa si rifiutò di tornare in campo, in quanto l’invasione, da regolamento, comportava l’automatica sconfitta a tavolino.
È a questo punto che diventa decisivo l’intervento di Leandro Arpinati, leader dello squadrismo fascista di Bologna. L’uomo (che negli anni successivi verrà nominato anche presidente della Figc) fece pressione su Mauro per declassare la gravità dell’episodio. L’invasione non venne punita, e la Federazione ordinò di giocare la quarta partita. Terminata in parità anche quella (in un clima ancora più teso), la contesa venne vinta dal Bologna alla quinta partita, giocata in segreto a Milano per evitare ulteriori problemi di ordine pubblico. I felsinei andarono ad affrontare l’Alba, vincitrice della Lega Sud, avendo la meglio e conquistando il primo scudetto della loro storia.