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“Con l’obiettivo di cambiare categoria, abbiamo l’obbligo di mutare tanti elementi. Chi accetta è convinto della bontà del progetto e si fida della filiera che c’era ai tempi del Milan: Fininvest, Silvio Berlusconi e il sottoscritto”. Queste le parole di Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, in un’intervista ai microfoni del Corriere della Sera. “Non pensi che ora il presidente non si informi del Monza – ha detto l’ex dirigente del Milan -. Ci sentiamo tutti i giorni. L’altra sera quando mi ha chiamato avevo paura che mi sgridasse per aver comprato troppo. Invece serafico mi chiede: ‘Adriano come facciamo a rinforzare ancora la squadra?'”.
“Posso dire che se non ci fosse stata questa proprietà e questi dirigenti, i giocatori arrivati finora mai avrebbero accettato una squadra di B – ha aggiunto Galliani -. Chi lo ha fatto è convinto di restarci solo un anno: penso a Marko Maric e Christian Gytkjaer, rispettivamente capocannoniere del campionato croato e polacco. Barberis avrebbe potuto restare al Crotone e Barillà e Giulio Donati arrivano anch’essi dalla A”.
Il 5 settembre prossimo, Milan e Monza si affronteranno per un’amichevole a San Siro: “Entrerò allo stadio senza malinconia e tanto meno senso di rivincita – ha detto l’ad dei brianzoli -. Grandissima felicità per vedere in campo le due maglie che ho amato. Mi auguro con tutto il cuore di vedere a fine anno il Milan in Champions e il Monza in A. Il risultato di sabato nemmeno mi interessa: tiferò a partire dal 26 settembre per la realizzazione del grande sogno”.
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