Serie B

Lecco rischia la Serie B, cosa dice il regolamento? Ecco chi sarebbe ripescato

Luciano Foschi
Luciano Foschi, Lecco - Foto LiveMedia/Emmanuele Mastrodonato

Scene incredibili stanno andando in scena in quel di Lecco che, 48 ore dopo aver raggiunto la Serie B, rischia l’immediata retrocessione addirittura in Serie D. Facciamo un po’ di chiarezza. Tutto parte dallo stadio del Lecco, il Rigamonti-Ceppi. La struttura è infatti inadeguata rispetto agli standard minimi per la Serie B. E questa era cosa nota ma, nonostante ciò, la società non è riuscita a presentare in tempo un’alternativa allo stadio in questione. Vedasi per esempio ciò che farà il Catanzaro che, in attesa della fine dei lavori del Ceravolo, si sposterà al Via del Mare di Lecce.

“Presentare in tempo”. La questione è tutta qui. Perché il Lecco aveva deciso di spostarsi all’Euganeo di Padova, ma la mail pec con il via libera del Questore è arrivata fuori tempo massimo. Mercoledì mattina contro il termine perentorio della mezzanotte di martedì. Il Lecco dal canto suo prova a far leva sul fatto che 48 sono troppo poche per trovare un’altra sede, ma è anche vero che, trovandoti in finale dei playoff di Lega Pro, non risulta così impossibile sperare in una promozione in cadetteria. Ne consegue che, in caso di non accettazione dell’iscrizione, allora è il Brescia che è in pole position per il ripescaggio, mentre sullo sfondo c’è la Reggiana, che avendo appianato i problemi con gli stipendi, spera di essere ripescata.

Per il Lecco però, oltre il danno, c’è anche le beffa. Non solo stando così le cose la sua iscrizione alla Serie B non sarà accettata, ma i lombardi sono impossibilitati anche ad iscriversi eventualmente alla Serie C, in quanto la scadenza per la stessa è già passata da tempo. Il primo “spazio” aperto, è quindi in Serie D. Da promozione in Serie B a retrocessione in Serie D, tutto nel giro di 48 ore e per colpa di uno stadio. Seguirano aggiornamenti.

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