Si scrive promozione, si legge programmazione. Perché è questa la parola chiave del Frosinone di Stirpe, che in pochi anni trova la terza promozione in Serie A, divenuta matematica a tre giornate dalla fine. Il tre che ritorna prepotente, un po’ come il Napoli a un passo dal suo terzo scudetto. E lo scudetto, per questa realtà di provincia, è poter giocare la Serie A, questa volta però con l’obiettivo di provare a creare un ciclo sul modello del Sassuolo.
Come i partenopei, questa squadra era di fatto a un centimetro dal suo grande obiettivo ormai da settimane se non mesi, frutto di una cavalcata fatta di costanza e credibilità. A differenza degli azzurri, la festa non viene rimandata: il Bari fa l’assist non vincendo, la squadra di Fabio Grosso – che ha avuto il tempo giusto per lavorare e non è stato messo in discussione nella scorsa stagione altalenante potendo così costruire in estate il suo impianto di gioco, creando una squadra travolgente in contropiede col suo 4-3-3, brava a chiudersi e in grado di fare filotto in un campionato spesso ostile a questo tipo di risultati in fila come la Serie B – è riuscita a centrare il proprio obiettivo.
Una piccola flessione solo nelle ultime settimane, quando però la promozione era già assodata: una rosa forte, tanti ricambi, tanti italiani, la possibilità di giocare in uno stadio nuovo che è un gioiellino oltre che un lusso per la categoria. Mix di giovani affamati come Mulattieri e Moro lì davanti, ma senza dimenticare Borrelli che segna il gol che apre le danze stasera con la Reggina, meno giovani come Lucioni, all’ennesima promozione, e ancora Insigne, Bidaoui, Rohden per fare qualche nome. E su tutti, il talento di Turati in porta e di Caso sull’esterno mancino, giocatore di sicuro futuro e pronto forse già per una big, ma che la squadra ciociara vuole trattenere per la corsa salvezza del prossimo anno.
Una promozione ultra meritata, arriva l’1 maggio e ci ricorda che è frutto del duro lavoro. Di società, allenatore, squadra: il Frosinone traccia la strada tra oculatezza e capacità di azzeccare le scelte, e per la terza volta giocherà in Serie A. Le prime due stagioni non erano andate benissimo e la retrocessione divenuta quasi inevitabile già dopo il girone d’andata. Trattenendo Grosso, che ha già tre panchine nel massimo campionato e tutte sconfitte col Brescia e che potrebbe avere richieste importanti, rinforzando la rosa con qualche habitué della massima serie, si può arrivare alla prima salvezza: è questo il nuovo step per i giallazzurri, che vogliono aprire un ciclo e diventare una certezza della Serie A.