L’ultima volta che il Como è stato in Serie A, il miglior marcatore dei Lariani fu Fabio Pecchia, attuale tecnico del Parma, l’unica squadra quest’anno ad essere riuscita a precedere in Serie B il club biancoblù. Nella prossima stagione si ritroveranno nel massimo campionato italiano con due proprietà straniere alla guida. Kyle Krause per il Parma, la Sent Entertainment per il Como. Nel caso della squadra lombarda, dietro la società londinese di media e intrattenimento – che nel suo portafoglio oltre al Como detiene anche il marchio Mola TV – c’è il gruppo Djarum. Per chi non ne avesse mai sentito parlare, sono i numeri di Forbes a venire in soccorso: Budi e Michael Hartono sono rispettivamente 71esimo e 76esimo nella classifica degli uomini più ricchi al mondo. La famiglia indonesiana fece fortuna con un investimento nella Bank Central Asia, mentre ancora oggi è una delle più grandi produttrici di Kretek, sigarette ai chiodi di garofano. Un patrimonio sconfinato, che non deve però far pensare automaticamente ad investimenti sul calcio direttamente proporzionali all’incredibile volume d’affari del gruppo.
Quel che è certo è che il Como arriva in Serie A per restarci e ha tutto per riuscirci con estrema comodità . Le intenzioni della società lariana saranno più chiare in estate con il calciomercato come banco di prova, ma quel che è certo è che il Como si presenta nel massimo campionato con una proprietà non inquadrata all’interno di una galassia calcistica più vasta. Nel portafoglio della Sent Entertainment, prendendo in considerazione il calcio, c’è il Como e basta. Un meraviglioso vanity investment, probabilmente, per una proprietà che ha deciso di entrare nel calcio passando da uno dei luoghi più suggestivi d’Italia. D’altronde negli ultimi anni gli investimenti sullo sport hanno spesso intrecciato storia, geografia e cultura. C’è un motivo d’altronde se i produttori cinematografici Dan e Ryan Friedkin, oltre alla Roma, hanno acquistato il Cannes FC. La stessa ragione che ha spinto la cordata di investitori guidata da Duncan Niederauer a puntare sul Venezia.
Como è già un marchio spendibile nel mondo e il club, oltre a risalire in A dalla Serie D nel giro di sei anni, si è regalato un abito più internazionale. Cesc Fabregas è tecnico in seconda, ma solo perché sprovvisto del patentino. Sulla panchina c’è il gallese Osian Roberts, ma il futuro lascia intendere che sarà il jolly ex Arsenal e Barcellona a guidare il nuovo corso lariano in massima serie. Tra gli azionisti poi spicca il nome di Thierry Henry, che ha assistito sugli spalti alla gara promozione contro il Cosenza e che pochi giorni fa a CBS Sports ha scherzato sull’argomento: “Ho visto partite da tifoso e da calciatore, mai da azionista. Tensione? Non ascoltavo nessuno in quel momento”. La rosa del Como invece sembra essere costruita sulle seconde chance di alcuni talenti italiani che non sono riusciti nella prima fase di carriera a rispettare le aspettative. Patrick Cutrone e Daniele Baselli su tutti, senza dimenticare un altro ex under 21 azzurro come Edoardo Goldaniga e l’ex Torino Simone Verdi. Per loro c’è una seconda opportunità in Serie A. La quattordicesima invece per un Como che ventuno anni dopo si ripresenta al grande calcio più solido e più ricco.