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La “quarantena soft” è ostacolata dal verbale che il Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile ha inviato al Governo, il quale ribadisce le “chiare disposizioni riguardanti la quarantena di un soggetto risultato essere positivo a Sars-Cov2 e la quarantena precauzionale dei contatti del soggetto di cui sopra”. Il parere del CTS, inoltre, non si discosta da quello affermato l’11 maggio, sottolineando che “qualora anche un solo membro dell’equipe risulti positivo al test molecolare (tampone, ndr), tutti gli altri componenti del gruppo dovranno da quel momento, per ovvie ragioni di prevenzione epidemica, essere oggetto delle misure che valgono per ogni persona residente nel Paese”.
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La proposta della Federcalcio è stata dunque ritenuta “non compatibile” con il decreto legge del 16 maggio 2020 attualmente in vigore. Urge dunque un cambiamento della legge, anche se gli scienziati considerano opportuna “la proposta di effettuare test per la ricerca dell’RNA virale il giorno della successiva gara programmata per tutto il gruppo squadra”. Riassumendo: il CTS consentirà alle squadre di giocare“dopo aver verificato la negatività di tutti gli altri membri del gruppo”, ma c’è l’ostacolo del decreto legge che deve essere cambiato. A deciderà sarà il Governo, il tutto mentre poche ore fa il Venezia ha confermato il caso di positività di un suo giocatore: la ripresa della Serie B è in bilico.
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