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Filippo Inzaghi nel pomeriggio è stato esonerato dal Brescia, nonostante la quinta posizione in Serie B. Il tecnico ha voluto salutare la piazza in un lungo messaggio pubblicato sui propri social, spiegando il rammarico di dover lasciare una città con cui è stato subito amore e in cui, assicura, rimarrà ancora, specie dopo la nascita del figlio.
“Assieme all’enorme rammarico per questo esonero, comunicato con una fredda e-mail senza nemmeno una telefonata, lascio un gruppo splendido che mi sono sudato, lascio un treno in corsa che non avrei mai voluto lasciare, ma lascio soprattutto un pezzo di me dentro ad ognuno dei miei giocatori che spero si ricorderanno che il calcio si basa sul rispetto, sulla professionalità , sull’appartenenza e sull’amore verso questo sport. Mi sarebbe piaciuto divertirmi ed arrivare fino in fondo a questo anno incredibile.. Ma si sa! Anche questo è il calcio, fatto di alti, di bassi e di colpi di scena. Dopo 30 anni nel calcio che conta continuo ancora a stupirmi ed io amo questo sport anche per questo“, si legge.
“Ci tengo però a concludere con una riflessione che verrà approfondita nelle sedi competenti”, sottolinea Inzaghi. Che quindi conclude: “Seppur privilegiati, anche noi sportivi siamo dei lavoratori, soggetti ad obblighi, doveri e diritti; sottoscriviamo contratti di lavoro come chiunque nel mondo del lavoro, che prevedono i diritti e, soprattutto, i doveri. Trovo assurdo che uno Stato come l’Italia che per l’appunto è una ‘Repubblica basata sul lavoro’, le alte cariche dello sport non assumano responsabilità per tutelare gli impegni contrattuali, scaricandole da una persona all’altra, ma sono sicuro che la ruota giri sempre per tutti e dopo la tempesta venga sempre la quiete”.
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