Aurelio De Laurentiis è il nuovo presidente del Bari e nella giornata di mercoledì 1 agosto si è presentato ai tifosi in conferenza stampa. Sono parole importanti quelle che il patron napoletano ha pronunciato nella tarda mattinata: “Il Bari ha una storia composta, lunga, di 110 anni. In questi anni ci sono state stagioni belle e altre meno belle. Vogliamo una cavalcata rapida per provare a tornare in Serie A. Vogliamo lavorare sulle regole che non permettono di avere due squadre in A con la stessa proprietà. Vogliamo un cambiamento epocale”.
Non ci saranno problemi secondo De Laurentiis a mantenere la doppia carica di presidente, sia del Napoli che del Bari: “Il Bari ha la sua storia, rappresenta un territorio che ho sempre amato. Napoli ha altra storia e rappresenta un’altra terra che amo. Noi siamo insieme ai tifosi, anche se poi negli ultimi venti anni i sostenitori si sono allargati perché ci sono quelli da stadio normale e quelli da stadio virtuale. Cioè quello che vede le gare in tv, in rete. Noi dobbiamo essere vicini a tutti loro, rispettando le tifoserie e rappresentando i club. Bisogna capire anche come avvicinarci allo stadio reale, con famiglie e bambini”.
“Dovete stare tranquilli – afferma De Laurentiis – il Bari non sarà mai un’appendice del Napoli. Per fugare questo problema, ho convinto in due giorni mio figlio Luigi – oggi a Londra perché ha inaugurato un negozio con i nostri gelati targati Fendi – a darmi una risposta sul Bari. Lui non s’è mai interessato al calcio. La famiglia De Laurentiis ci mette la faccia, non so quante cordate interessate hanno messo la faccia in prima persona”.
Sul piano tecnico De Laurentiis ha parlato così: “Questa mattina alle 6.45 ho cominciato a parlare con Giuntoli. Ho già trovato il nome per il vivaio, che è Filippo Galli, che viene dal Milan. Credo che noi ci metteremo tutta la nostra cultura acquisita per fare il massimo del massimo, ma bisogna partire dal concetto che Napoli e Bari sono due situazioni diverse. Da rispettare ugualmente per fare bene. Non si possono unire le vicende, questa è un’abitudine tutta italiana. Quando ho pensato al Bari, visto che sono stato sempre un sostenitore del sud, ho pensato che al sud non c’è impresa. Manca la cultura politica, se ricordate il Trentino negli anni ’30 era una delle regioni più depresse d’Europa. Ho sempre detto che qui c’è potenziale, bisogna sfruttarlo. Mi piacerebbe creare delle opportunità per il sud che possano portare Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia a imporsi”.