Non chiamatela più sorpresa, la classifica non ammette interpretazioni fantasiose, i numeri non mentono mai. La Virtus Entella è ormai una solida realtà del campionato di serie B con fondate ambizioni di partecipazione ai playoff. Lo dimostra la quinta posizione quando mancano dodici partite alla fine del torneo cadetto. Lo certifica, ancor di più, la crescita esponenziale della squadra ligure nel girone di ritorno: diciannove punti dopo il giro di boa (solo lo Spezia ha fatto meglio), cinque vittorie casalinghe consecutive e una sempre più evidente consapevolezza dei propri mezzi. Il 2-0 inflitto nell’ultimo turno al Bari, formazione sulla carta attrezzata per la promozione diretta, ha messo in mostra l’ormai acquisita maturità dei ragazzi di Aglietti, capaci di dominare in lungo e in largo il match con un sistema collaudato di gioco in grado di esaltare al massimo le qualità dei singoli. Il sogno serie A rimane al momento riposto nel cassetto mascherato dal realistico obiettivo di scavallare quota 50 che significherebbe salvezza, ormai a un passo.
Ma per comprendere il fenomeno Virtus Entella bisogna fare un passo indietro. Al 6 giugno 2015, più precisamente. Al “Braglia” di Modena, nella partita di ritorno dei playout, non bastava il pareggio 1-1 contro i padroni di casa per evitare la retrocessione in Lega Pro. Una retrocessione amara ma a testa alta, frutto di un doppio pareggio (2-2 al “Comunale” dopo essere stati avanti di due reti) che premiava gli emiliani in virtù del miglior piazzamento stagionale. Il presidente dei biancocelesti, Antonio Gozzi, scoraggiato ma fiero immediatamente dichiarava la volontà di ripartire e riprendersi la categoria cadetta, raggiunta per la prima volta con la storica promozione del 2013/2014. E infatti, la retrocessione del Catania per illecito sportivo riapriva subito ai “diavoli neri” le porte della serie B.
Se il ripescaggio sembra aver dato nuova spinta alla squadra, il merito di tutto ciò va attribuito soprattutto alla dirigenza ligure. Una società sana, senza debiti, che vanta la bellezza di 500 ragazzi impegnati nel proprio settore giovanile, oggetto di investimento della somma di 1,5 milioni di euro annui. Un presidente aperto a nuove idee: dall’azionariato popolare, all’implementazione delle strutture (stadio in primis), alla formazione scolastica dei giovani calciatori fino al progetto Wylab. Gozzi, esponente di riferimento del mondo dell’acciaio (presidente di Federacciai e della Duferco Group), durante l’estate ha aspettato l’esito del giudizio sportivo a carico del Catania programmando in ogni caso un campionato di vertice di Lega Pro. La conferma di Aglietti, subentrato al tecnico della promozione Luca Prina a sette partite dalla fine, si è rivelato il primo tassello per dare continuità al lavoro svolto senza farsi prendere dalla voglia di rivoluzione. Il direttore sportivo Matteo Superbi ha allestito una rosa composta da un mix di elementi esperti e ragazzi da valorizzare, tra cui spicca il talentuoso francese classe 1996, Cheick Keita, terzino sinistro finito sui taccuini di Roma, Napoli ed Udinese già in questa sessione invernale del calciomercato. Tredici gli acquisti in estate che hanno rinforzato notevolmente la squadra: a nomi pesanti per la categoria del calibro di Sestu, Palermo, Iacobucci, Jadid, Caputo, Pellizzer, tutti rivelatisi elementi fondamentali nell’economia del gioco biancoceleste, a gennaio sono stati aggiunti i funzionali Di Carmine e Benedetti.
Mister Aglietti predica un calcio propositivo che vede sempre tre elementi offensivi in campo con moduli di riferimento il 4-3-1-2 e il 4-3-3. Davanti al portiere ex Parma Alessandro Iacobucci, il reparto arretrato è composto dagli esterni Iacoponi e Keita e dagli esperti centrali Pellizzer e Ceccarelli. In mediana quantità e qualità è rappresentata dalla rotazione di giocatori come Volpe, Palermo, Troiano, Jadid, Staiti e Sestu pronti a rifornire gli avanti. Capocannoniere della squadra è Francesco Caputo, dodici gol finora, rilanciatosi dopo una stagione difficile a Bari e vendicatosi dei biancorossi pugliesi con una rete di pregevole fattura nell’ultimo turno. Al fianco di Caputo, quale seconda punta, agisce Masucci, otto volte a segno, con l’imprevedibile Costa Ferreira, Cutolo e Di Carmine a contendersi il terzo posto offensivo. A far da ponte con il passato il secondo portiere Andrea Paroni, testimone negli ultimi sette anni dell’ascesa dalla D alla B. Ma il vero punto di forza dei liguri rimane l’equilibrio tra i reparti e la forza del collettivo: non è un caso che la difesa dell’Entella sia la quarta migliore del campionato.
Ora per la formazione di Chiavari (27000 abitanti, bacino d’utenza più piccolo della cadetteria) verrà il difficile. Sdoganata dalla condizione di squadra simpatia, dovrà far fronte alle crescenti aspettative che si ripongono nelle contendenti al vertice e ad una più accurata attenzione da parte degli avversari. Carpi e Frosinone hanno dimostrato che le provinciali possono arrivare a centrare l’obiettivo massimo a dispetto del fatturato e degli investimenti sul mercato. Nel frattempo i liguri si godono una camera con affaccio alla lotta promozione. L’Entella, raggiunta la salvezza, cercherà di ripetere l’impresa del Vicenza, lo scorso anno dal ripescaggio alla semifinale play off, provando a cambiarne il finale.