Calcio

La Serie B parte a 19 squadre ma il format resta sub judice

Roberto Fabbricini
Roberto Fabbricini - Foto Sportface

La Serie B partirà tra dieci giorni ma i dubbi sul format a 19 squadre restano. L’ok all’avvio del campionato cadetto è stato certificato anche dal presidente del Collegio di Garanzia dello Sport, Franco Frattini, che con un decreto ha respinto le istanze di sospensione cautelare presentate da Pro Vercelli e Ternana contro i provvedimenti e le delibere adottate dalla Lega di Serie B. In sostanza, Frattini ha valutato preminente l’interesse “pubblico e generale all’apertura del campionato, evento di cui milioni di sportivi e tifosi non possono essere privati”.

Il format fortemente voluto dai 19 club di Serie B e alfine avallato con la modifica degli articoli 49 e 50 delle Norme interne organizzative federali dal commissario straordinario Roberto Fabbricini (lodato oggi dal numero della Lega di B Mauro Balata e e dal presidente della Salernitana Marco Mezzaroma) crea però diverse perplessità tra i club esclusi al momento dal campionato e, secondo il presidente Frattini, merita un’attenta valutazione anche da parte del Collegio di Garanzia dello Sport. “Alcuni argomenti di censura delle ricorrenti – sottolinea l’ex ministro degli Esteri nel decreto – introducono seri e apprezzabili argomenti da valutare in modo approfondito e in contraddittorio nella sede di merito, con particolare riguardo ai principi su cui già il Collegio di Garanzia si è pronunciato, in circostanze analoghe, con provvedimento n. 24 dell’11 agosto 2014”. Il riferimento è alla decisione con cui l’allora Alta Corte di Giustizia Sportiva, già presieduta da Frattini, accolse il ricorso del Novara riammettendolo in Serie B e dunque ristabilendo il format a 22 squadre (e non 21 come previsto dalla Lega dopo il fallimento del Siena).

La legittimità delle decisioni del commissario straordinario Roberto Fabbricini e della Lega di B saranno dunque discusse nel merito dal Collegio di Garanzia a sezioni unite il prossimo 7 settembre restando al momento “fermi, all’esito del giudizio, gli adempimenti con le connesse responsabilità – spiega Frattini – eventualmente derivanti da una decisione di annullamento della riduzione di organico, con connesso obbligo di immediata integrazione a opera degli organi e autorità sportive competenti”. La questione della Serie B a 19 squadre, quindi, è tutt’altro che chiusa, come preannunciato del resto dai sei club ricorrenti (Catania, Novara, Siena, Ternana, Pro Vercelli e Virtus Entella) e ribadito oggi dall’Associazione italiana calciatori attraverso Umberto Calcagno ai microfoni di Radio Sportiva: “Quattro persone chiuse in una stanza hanno fatto un colpo di mano per un accordo politico – ha tuonato il suo vice presidente vicario dell’Aic – è una cosa sconvolgente. Adesso impugneremo la norma con tutti i calciatori delle squadre che dovevano essere ripescate e con tutte le società. Stiamo inoltre proponendo a tutti i calciatori di Serie B e Lega Pro di fermarsi: per noi i campionati non devono partire”. Rischio sciopero, dunque.

Di sicuro, invece, c’è la situazione di caos del calcio italiano, nella quale prova addirittura a inserirsi il Crotone chiedendo “l’ammissione in sovrannumero al campionato di Serie A 2018/2019”: vista “la recente modifica dell’articolo 50, comma 3 delle Noif”, spiega la società calabrese, l’ipotesi di riammissione sarebbe giustificata dalla “quasi certa penalizzazione del Chievo Verona”, che il prossimo 12 settembre sarà giudicato nuovamente nell’ambito del procedimento sulle presunte irregolarità amministrative commesse con il Cesena. In questa pazza estate del calcio italiano, d’altronde, ogni richiesta è lecita.

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