[the_ad id=”445341″]
Zdenek Zeman ha concesso una lunga intervista ad Aldo Cazzullo per Il Corriere della Sera, toccando diversi temi con la consueta vena pungente. Non solo politica e il tema stadi (qui le parole su Movimento Cinque Stelle, San Siro e Olimpico), ma anche nuovi commenti sugli anni bui di Calciopoli, tra le mille polemiche e pratiche illegali emerse. Impossibile non partire dalla Juventus, rispetto alla quale rivela: “Sono sempre stato juventino. Da piccolo andavo a dormire con la maglia bianconera”.
[the_ad id=”668943″]
La Juventus finì sotto processo “solo perché a Torino c’era un magistrato coraggioso, Guariniello. Io ho puntato il dito contro il sistema, non solo contro la Juve, che aveva molti seguaci. E il problema non erano solo i farmaci. Erano anche i passaporti falsi. Era anche il condizionamento degli arbitraggi. Era anche lo strapotere della finanza”. Su quest’ultimo punto, va più nel dettaglio, dichiarando: “Al Nord c’era l’alleanza tra Juve e Milan; l’Inter ne era esclusa, e cercava di entrare nel sistema pure lei. Altre squadre, dal Parma alla Lazio al Perugia, erano in mano alla Banca di Roma: Tanzi e Cragnotti ne uscirono rovinati, come pure Gaucci. Che fece in tempo a caricare il suo Perugia a pallettoni, per far perdere lo scudetto del 2000 alla Juve, sotto il nubifragio”.
Infine, il tema doping. Il primo commento sul medico della Vecchia Signora, Agricola (“venne assolto non perché il fatto non sussistesse, ma perché non era previsto dalla legge come reato”), e poi sul caos che si scatenò tra i giocatori: “[con l’intensificazione dei controlli] scoppiò lo scandalo del nandrolone. Giocatori trovati positivi inventarono scuse puerili. Couto del Parma, che era un capellone, diede la colpa a uno shampoo. Un altro, che era stempiato, a una lozione contro la caduta. Bucchi e Monaco del Perugia alla carne di cinghiale. Ci finirono dentro pure Davids e Guardiola. E io pagai un prezzo altissimo”.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”676180″]