Il derby della Mole numero 159 parla bianconero. All’Allianz Stadium un Torino sbiadito e spuntato deve arrendersi alla Juventus di Motta, che si prende la sua prima stracittadina e approccia nel migliore dei modi alla pausa di novembre. Tre punti di platino in virtù di Inter-Napoli di domani, perché la vetta dista un punto provvisoriamente e almeno una tra le altre due contendenti per lo scudetto perderanno terreno: il tutto con una prestazione poi nemmeno così esaltante, si è visto di meglio in stagione, ma solida e organizzata, come quelle di inizio campionato, e con la saracinesca di Perin serrata. Un derby che dà tante convinzioni in più ai bianconeri, quelle che forse ultimamente, specie allo Stadium, erano un po’ state smarrite, mentre per il Toro il rischio è quello del naufragio totale.
Il primo tempo parte su ritmi alti e la partita la fanno i padroni di casa. Giro palla, ampiezza, soprattutto molta gestione senza buttarla via e aspettando il momento giusto. Che, puntualmente, arriva con Weah: bella la giocata di Cambiaso che trova un varco, penetra e sgasa, per poi calciare e trovare dopo la parata anche il tap-in vincente dello statunitense, on fire in questo avvio di stagione nel quale sta offrendo belle prestazioni e anche dei gol pesanti. Il figlio d’arte giganteggia a destra così come l’altro figlio d’arte, Thuram, che catalizza tanti palloni, il centrocampo granata scompare e la squadra di Vanoli ricorre ai fraseggi tra i difensori e soprattutto al lancione lungo di Milinkovic-Savic, infruttuoso con Sanabria che è un fantasma. Discorso identico, va detto, anche per quanto riguarda Dusan Vlahovic, che poi nel finale viene sostitutito per l’ennesima volta. Le alternative lì davanti per i granata, va detto, sono ridotte all’osso e il cambio di Ricci infortunato complica ulteriormente le cose. Il secondo tempo a livello qualitativo per la squadra di Motta non è esaltante, ma il tentativo di reazione del Toro è intermittente e poco convinto. Si scivola così verso un finale ancora inespresso e soltanto un affondo del neoentrato Conceicao chiude i giochi: il portoghese rientra, crossa al bacio e pesca Yildiz, che in tuffo di testa la mette dentro e tira fuori la lingua, omaggiando così Alex Del Piero nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, lui che del Pinturicchio porta ora anche il numero di maglia. E’ così che cala il sipario sullo Stadium e su un derby alla fine vinto meritatamente dalla Juve, nonostante un secondo tempo non brillantissimo. Si va alla sosta con un booster di convinzione e la lotta scudetto vede iscritta anche la Vecchia Signora. L’altra faccia della medaglia è il Torino che incappa nella settima sconfitta nelle ultime otto: persino un ribaltone in panchina non è scontato.