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Dusan Vlahovic si carica la Juventus sulle spalle e i bianconeri tornano in vetta al campionato dopo tre anni e mezzo dall’ultima volta. C’era il Covid, si giocava in piena estate, sulla panchina della Vecchia Signora c’era Sarri: sembra passata un’era geologica, era invece l’1 agosto 2020 e si chiudeva quel campionato anomalo. Poi, solo delusioni: con Pirlo, con Allegri nei primi due anni, il primo posto a distanze siderali. Poi, con le pendenze giudiziarie messe da parte e una maturità tecnica e tattica della rosa costruita dal tecnico livornese con l’aiuto dell’appena arrivato Giuntoli, è cambiato tutto: si punta allo scudetto, anche se non lo si vuol dire, e a Lecce arriva un’altra prova di forza da squadra matura e convinta in quel che fa.
3-0 col Sassuolo, 0-3 al Via del Mare cinque giorni dopo. La musica è sempre la stessa, c’è Vlahovic che piazza due doppiette consecutive (non c’era mai riuscito nemmeno Ronaldo, l’ultimo juventino è stato Higuain) e a questo punto si riprende tutto con gli interessi. Tra ottobre e novembre, complice una condizione fisica non esaltante, aveva persino perso il posto, poi a suon di gol in inverno è cambiato tutto e il leader dei bianconeri adesso è proprio il serbo. E come un sarto, Allegri muove il vestito tattico costruito su misura: non c’è Rabiot ma Miretti e Cambiaso lo sostituiscono a modo loro, il terzetto difensivo è inscalfibile, Yildiz è sbocciato e sta sostituendo bene Chiesa che è il vero punto interrogativo. E non è nemmeno stata una prestazione esaltante per un’ora: i giallorossi di D’Aversa l’avevano preparata e messa in pratica bene, rendendosi pericolosi nel primo tempo, innervosendo Vlahovic, chiedendo anche un rigore a inizio ripresa. Ma la Juve è matura e sa aspettare, conscia dei propri mezzi e del proprio momento: e con un contropiede, incredibile ma vero, su una furbizia di Cambiaso trova la girata vincente di Vlahovic, che poi si ripete pochi minuti dopo togliendo di fatto il gol a McKennie. E con una palla inattiva, il dominante Bremer fa tris e chiude i giochi a pochi minuti dal termine.
52 punti in 21 partite, Allegri ora non può più nascondersi e si deve parlare di scudetto. E alla sfida che può valere una fetta di tricolore, quella contro l’Inter di inizio febbraio, ci si arriva però attraverso il prossimo turno, in cui la Juventus affronterà sabato l’Empoli, l’Inter sfiderà domenica la Fiorentina. Cosa vuol dire? Che i nerazzurri potrebbero presentarsi al Franchi a -4 dalla Juve, e psicologicamente potrebbe essere un fardello per una squadra che invece sta dimostrando di essere una corazzata. Tutto in pochi giorni, la Juventus ci arriva forte di un tris, di una solidità difensiva pazzesca, di un’asticella che si sposta sempre più avanti.
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