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Per quanto Allegri provi a metterne persino in dubbio la presenza dal 1′, Dusan Vlahovic è inevitabilmente l’uomo copertina di Fiorentina-Juventus, semifinale di andata di Coppa Italia. Non che al Franchi sia una situazione nuova. Senza tirare in ballo Baggio, di ex fischiatissimi negli ultimi anni se ne sono contati tanti: da Salah a Bernardeschi passando per Chiesa. Stavolta è un’altra situazione, un’altra stagione, iniziata in viola e conclusa in bianconero, con una finale da conquistare che darebbe altro valore ad un ritorno fin qui deludente per Allegri. Il tecnico prova a stemperare gli animi, parla di “grande serata di sport”, di un “Vlahovic riconoscente” ai viola e dei problemi “che sono la guerra e non Dusan”.
Valgono i gol in trasferta. La Coppa Italia non segue la Uefa e costringe la Juventus a ragionare con altri termini rispetto a quanto fatto col Villarreal in Champions. Dall’inizio dello scorso decennio, la Juventus ha tenuto la porta inviolata in nove trasferte contro la Fiorentina considerando tutte le competizioni e contro nessuna avversaria ha fatto meglio. Ma di fronte c’è la macchina perfetta di Italiano: la Fiorentina ha segnato 36 gol in 14 gare casalinghe stagionali, una media di 2.6 a incontro e solo Inter (40) e Lazio (37) hanno fatto meglio nella Serie A in corso. Vincenzo Italiano deve scegliere tra Cabral e Piatek. L’impiego del polacco dal 1′ col Sassuolo e il gol allo scadere del brasiliano lascerebbero pensare ad una chance per l’ultimo arrivato. Ma Piatek è uomo di Coppa come pochi altri: 12 gol in 9 partite di Coppa Italia per l’ex Milan e Genoa. A centrocampo spazio all’esperienza di Bonaventura che a Reggio Emilia è sembrato una testa calda alle prime armi, con un’espulsione ingenua che stride con la saggezza di un centrocampista che ha fatto le fortune di ogni società che lo ha ingaggiato. Anche lui avrà qualcosa da farsi perdonare, a differenza di Martinez Quarta che dopo l’errore del Mapei, non potrà scendere in campo per squalifica. Torna Milenkovic, al fianco del sorprendente Igor.
Per Allegri scelte quasi obbligate, per via delle assenze di Dybala e Bernardeschi (tornano domenica). Spazio a Vlahovic e Morata, oltre all’altro grande ex, uno che alla Fiorentina ha fatto spesso e volentieri male, come nel match di andata in campionato col gol vittoria al 91′. E non mancano neanche le sorprese, come quella di Fabio Miretti, classe 2003, che vivrà una vigilia sulle spine. Come Aké. Nell’inferno del Franchi, nel centrocampo orfano di Zakaria, può toccare ai più giovani del gruppo.
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