La Coppa Italia come un’oasi isolata in un deserto ancora tutto da attraversare. Juventus e Fiorentina, battendo Lazio (2-0) e Atalanta (1-0) nell’andata della semifinale di Coppa Italia, hanno ritrovato il sorriso in un 2024 fin qui da dimenticare in Serie A. I numeri parlano chiaro. Prendendo in considerazione soltanto il girone di ritorno, Massimiliano Allegri e Vincenzo Italiano sarebbero nella parte bassa della classifica di campionato: la Vecchia Signora si troverebbe in undicesima posizione con 13 punti in 11 partite, mentre la viola occuperebbe addirittura il sedicesimo posto con una media esatta di un punto a match (10 in 10 partite giocate). Troppo poco per chi ha ambizioni europee e insegue l’obiettivo minimo stagionale, che nel caso della Juve è un posto tra le prime quattro e per la Fiorentina una qualificazione in quella Conference che vede Nico Gonzalez e compagni in corsa ai quarti di finale. Serve una scossa e serve subito per non compromettere ulteriormente una classifica che negli ultimi mesi si è deteriorata. Pochi dubbi per la Fiorentina che si presenta all’Allianz Stadium con la miglior formazione possibile. I dubbi riguardano la difesa, dove Ranieri e Dodò insidiano la titolarità di Milenkovic e Kayode. Per il resto è tutto definito con Terracciano tra i pali e Quarta e Biraghi a completare il reparto arretrato. A centrocampo spazio a Bonaventura e Arthur con Nico Gonzalez, Beltran e Sottil alle spalle di Belotti. Una formazione ultra offensiva, che però ha raggiunto il giusto equilibrio difensivo, visto che la Fiorentina è la squadra che in generale ha subito meno tiri in questo campionato (298, con una gara in meno). Quel che manca è un pizzico di cinismo sotto porta, che spesso e volentieri è stato il neo delle prestazioni dei viola nei big match. La Juventus ritrova in campionato Dusan Vlahovic e l’esame in Coppa Italia ha testimoniato l’importanza del grande ex, in gol insieme all’altra vecchia conoscenza della Fiorentina, Federico Chiesa. I due attaccanti però da quando hanno lasciato il Franchi non sono mai riusciti ad essere decisivi contro la squadra che li ha fatti esordire in Serie A. Zero gol e assist per il serbo in cinque sfide, altrettanto per l’italiano in quattro incroci. Con Milik infortunato, Kean a digiuno e Yildiz come arma a gara in corso, sono i due grandi ex a prendersi sulle spalle la responsabilità in una partita che può essere scacciacrisi. D’altronde, sono sempre i numeri a fornire il quadro più eloquente. Senza Vlahovic, la Juventus ha vinto una sola partita su quattro in campionato: l’andata del derby di Torino, il cui secondo atto è in calendario nel prossimo appuntamento di Serie A. Arrivarci con una vittoria renderebbe più dolce un finale di stagione che in tanti immaginavano diverso.