[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
“Vorrei subito chiarire alcuni aspetti: sono pienamente consapevole dell’importanza sociale che si raccolgono intorno al calcio, sarebbe paradossale se non riconoscessi la sua importanza, dati alla mano è un’industria importante del nostro paese e dà al fisco tantissimo. Ho trovato eccessivo l’inasprimento del dibattito politico e mediatico, gli italiani sono interessati alla salute e al loro lavoro, non al calcio”. Inizia così la parte dell’intervento del ministro dello sport Vincenzo Spadafora legata alla ripartenza o meno del mondo del calcio. Il ministro del Movimento 5 Stelle prosegue nell’informativa al Senato di mercoledì 13 maggio: “L’altro ieri il comitato tecnico scientifico ha valutato il protocollo della Figc, ci sono tre osservazioni: il Cts chiede che nel caso emerga un positivo tutta la squadra sia messa in quarantena, di affidare la responsabilità ai medici delle società e che il numero di tamponi non impatti sulle esigenze di tutti gli altri cittadini. Credo che le osservazioni formulate dal Cts saranno prese in considerazione, Figc adatterà protocollo per la ripresa degli allenamenti dal 18 maggio. Riapertura campionato? Voglio essere chiaro: se riprenderà come tutti auspichiamo, lo farà perché ci saremo arrivati dopo una successione ordinata di azioni e protocolli che avranno consentito di riprendere il campionato in sicurezza per tutti. Non era possibile decidere soltanto per una fretta irresponsabile o per la spinte strumentali. Che il quadro generale non consentisse fughe in avanti era evidente, l’incertezza ha caratterizzato tutto il paese. Gli unici paesi che hanno deciso subito hanno chiuso il campionato, gli altri paesi hanno rinviato la decisione in base alla volontà di osservare la curva dei contagi. Il Governo è stato coerente nella prudenza, mentre i presidenti delle società e i giornalisti hanno cambiato spesso idee e posizioni. Non ci siamo fatti condizionare dalle pressioni”.
[the_ad id=”248876″]
[the_ad id=”668943″]
Si tratta di un discorso che riguarda tutto il mondo dello sport in generale e Spadafora conferma la linea della prudenza: “Si sono fermate tutte le competizioni sportive. Fin dall’inizio dell’emergenza ho mantenuto rapporti costanti con tutti gli organismi sportivi, Coni, le federazioni, le società dilettantistiche, tutte le realtà che potessero dare un’immediata percezione di quel che stava avvenendo in paese. Domani parteciperò alla giunta straordinaria del Coni. Ho cercato di condividere una linea comune con gli altri ministri d’Europa. Che fosse necessario fermarsi lo abbiamo capito dal rinvio delle Olimpiadi, per l’Italia ci sono stati appuntamenti come Giro d’Italia e Internazionali di Roma che sono stati rinviati. La linea del Governo è stata una linea di prudenza e tutela della salute. Le immagini dei morti sono ancora nella mente di ciascuno di noi, per questo abbiamo proceduto con prudenza. Nel dpcm del 4 maggio abbiamo fatto riprendere l’attività motoria e sportiva per tutti gli italiani, ma abbiamo ripreso anche con gli allenamenti degli sport individuali per atleti di interesse nazionale”.
Spadafora entra nel dettaglio: “Ho sentito un esempio davvero fuori luogo. Nel supermercato è possibile mantenere distanziamenti, il calcio è per sua natura uno sport nel quale non è possibile mantenere distanze, anzi i giocatori si assembrano di continuo. Da qui nasce la necessità di prevedere isolamento di tutte le squadre, come avvenuto in Serie B in Germania. Vorremmo evitare di doverci ritrovare in questa situazione. Siamo tutti consapevoli che la necessità per il calcio di continuare il campionato nasca da ragioni sportive ma anche economiche, in base anche ai diritti televisivi alle quali sono legate squadre anche indebitate”.
[the_ad id=”676180″]