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“Nel gioco di prima è il più grande di tutti”. Pochi giorni fa, Antonio Cassano interrogato sul suo amico Francesco Totti ha parlato così del gesto tecnico che più ha contraddistinto il numero 10 giallorosso. Sulla trequarti, spalle alla porta con un movimento del braccio per coordinarsi: è il segnale per il centravanti/trequartista/esterno. Un modo non verbale per dire: “Tu corri, al resto penso io”. E così è stato per venticinque anni, Francesco Totti ha cambiato ruoli, partner, allenatori e forma fisica eppure quel tratto distintivo è rimasto e ha stupito almeno due generazioni.
Tra questi due assist ci sono diciotto anni di differenza e i due fortunati centravanti sono rispettivamente Edin Dzeko e Fabio Junior.
Ma se questo è stato il gesto tecnico più difficile da pensare prima che da copiare e che probabilmente lo vede come miglior interprete di tutti i tempi, il colpo di tacco lo ha reso celebre in tutto il mondo. I gol nati con una intuizione del genere sono tantissimi nella storia della Roma ma ovviamente il più famoso è in maglia azzurra nella finale dell’Europeo del 2000 contro la Francia. Colpo di tacco per Pessotto il cui cross troverà pronto Delvecchio a realizzare il gol dell’inutile vantaggio. Una giocata che ancora trova poche spiegazioni e che ha beffato un mostro sacro come Zidane.
Qui un passaggio simile qualche anno dopo. Destinatario: Erik Lamela contro l’Inter.
Francesco Totti è magia, è improvvisazione. In questa azione, Marquinho chiede a Totti di chiudere un triangolo, il numero 10 mette in scena questa giocata che la BBC nel 2013 definì “opera d’arte”. Una azione apparentemente innocua che diventa una occasione da gol nata dal cilindro di un giocatore che all’epoca aveva 37 anni. Quanti giocatori avrebbero pensato di compiere un simile gesto tecnico e quanti a quell’età sarebbero stati capaci di realizzarla? La verità è che Francesco Totti oltre ad essere uno straordinario fantasista è anche un atleta e un professionista esemplare.
A Francesco Totti viene imputato di aver vinto poco. Otto trofei, meno di quanto il suo talento avrebbe meritato e meno di Alessandro Del Piero che di coppe ne ha vinte sedici. Significative a spiegare il confronto che a livello di palmares è impietoso e a favore del bianconero due immagini per non discostarsi dal tema. Due grandi passaggi, due assist meravigliosi per due interpreti straordinari della storia del calcio. Nella prima gif, Alessandro Del Piero ammutolisce San Siro con una rovesciata precisa per la testa di Trezeguet che batte Dida.
Meno ricordata è una giocata simile di Francesco Totti che si posiziona di diritto tra le migliori del suo repertorio. Una rovesciata in un Roma-Fiorentina che mette Amantino Mancini a tu per tu col portiere. Differenze tra le due giocate? Una è sfociata in un gol, l’altra no. Da una parte il fiuto del gol implacabile del bomber francese, dall’altro un errore banale dell’esterno brasiliano che pur essendo stato un ottimo giocatore simboleggia in questo caso la vera differenza tra i due numeri dieci per molte stagioni: la complicità della squadra attorno.
Eppure Francesco Totti nel corso della sua carriera è riuscito anche a mandare a rete calciatori non certo noti per la loro attitudine al gol. Tredici furono i gol segnati da Simone Perrotta nella sola stagione 2006-07, più di quanti il centrocampista avesse segnato nella sua carriera fino all’approdo a Roma. Senza dimenticare Matteo Brighi che in un pomeriggio di Palermo nel 2008 andò a rete così.
Ma infine, se Perrotta e Brighi sono stati dei brillanti mestieranti dello scacchiere tattico della prima Roma spallettiana, l’opera d’arte risulta ancora più magnifica se il realizzatore parla la stessa lingua dell’uomo assist. Francesco Totti e Antonio Cassano hanno incantato tutti gli stadi d’Italia per cinque stagioni. Un duo che si intendeva nel rettangolo verde a meraviglia, con uno sguardo. Non a caso entrambi si sono, anche a distanza di anni, scambiati reciproche dichiarazioni di stima. Ecco alcune giocate che li ha visti protagonisti.