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“Ho un rapporto fraterno con D’amico, ma io sono più cattivo di lui. Noi abbiamo fatto un percorso incredibile in questi due anni. Il fatto che la società non parli con me dopo questi risultati è una mancanza di rispetto totale. Noi abbiamo ottenuto la salvezza un mese e mezzo fa, non c’è comunicazione. Noi lavoriamo con molto amore e facciamo dei progetti, questo toglie molte energie, ma se non vedi lo stesso entusiasmo è normale rimanerci male. Secondo me questa non è una cosa giusta da fare. Adesso vogliamo dare il massimo sino all’ultima giornata, ma sono un dipendente e a fine anno vedremo il da farsi. Ci siamo salvati a Cagliari contro una squadra che ha speso otto volte più di noi, ma nessun apprezzamento della società nei miei confronti. Quando metti tanto impegno per la causa, rimani un po’ male su certe cose. Non possiamo avvicinarci agli investimenti delle squadre sotto di noi, ci vuole qualcosa in più nei nostri confronti. Abbiamo gioco, idee, partecipazione dei ragazzi: c’è il lavoro dei due anni in questa partita contro il Torino, ci sono passione e orgoglio. Oggi non posso rimproverare niente ai miei ragazzi. Il mio rammarico è che i nostri giovani non sono di nostra proprietà, cresciamo calciatori per altre società“. Con queste parole, Ivan Juric si è espresso nel post-partita di Hellas Verona-Torino ai microfoni di Dazn, illustrando la situazione interna del club veneto. L’allenatore croato ha criticato l’operato della società, tutt’altro che velatamente, per poi dirsi orgoglioso del modus operandi dei suoi ragazzi.
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