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“L’empatia che si è creata è stata rara. Credo sia nata non solo per i risultati ma anche per la proposta che portiamo”. Il tecnico del Venezia, Paolo Zanetti, è intervenuto così in una lunga intervista a una lunga intervista a TuttoVeneziaSport. “Mi butto nel fuoco per le persone che sono sincere, oneste, critiche ma con la giusta causa e dove non sento malizia. In quel caso cerco sempre di contraccambiare. In altri posti non sempre questo succede, per tanti motivi. Qui tutte le componenti sono andate nella stessa parte, quando c’era negatività si è cercato di far dare di più alla squadra senza perdere fiducia e autostima”.
“Da quando sono arrivato qui ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo straordinario, anche chi c’è in società – ha aggiunto -. Ho conosciuto un ambiente meraviglioso, penso che in pochi posti possa esserci una simbiosi come quella che si è creata tra di noi. Penso possa permetterci di dare continuità di risultati”.
Sull’identità della squadra: “L’identità serve a proporre qualcosa che possa divertire chi ci guarda, ma può servire anche nei momenti di difficoltà per attaccarsi in qualcosa che si conosce. Senza quello si cade un po’ nella disorganizzazione. Noi curiamo tutti i dettagli, lavoriamo sempre per la maglia questo è determinante e non possiamo prescindere dalla nostra identità. La linea della società è chiara, i calciatori sanno cosa ci si aspetta a Venezia sotto tutti gli aspetti”.
Sulla qualità tattica dei giocatori: “È importante perché è giusto sapere chi siamo, con grande umiltà. Noi siamo una squadra dove forse un giorno qualcuno diventerà campione ma oggi campioni non ne abbiamo, né il tecnico né i giocatori. Incontriamo invece squadre piene di campioni o che ne hanno almeno qualcuno e quindi dobbiamo sopperire con altro, la tattica è importante perché si riesce a mascherare dei limiti lavorando di squadra e senza per forza essere schiavi di un giocatore solo”.
Sul lavoro svolto con il gruppo dopo le sconfitte di Spezia e Salernitana: “Io cerco di essere me stesso e dire quello che penso, strade che non siano dirette non ne conosco. Prendo i giocatori di petto. Lavoro sull’autostima, la pretesa dev’essere alta, io non mi sono mai preparato un discorso. Gli allenatori che ho avuto io mi rendevo conto che dicevo qualcosa che avevano preparato e quando succedeva non mi arrivavano al cuore. Al di là della lingua, spesso toni e sguardi aiutano, essere veri credo che sia la chiave. Non voglio nessun rimpianto, non so come andrà questa stagione, ma voglio chiuderla dando il 100% e contro Spezia e Salernitana qualche rimpianto lo ho avuto. Posso perdere con chiunque, ma con qualcosina in più in quelle gare avremmo potuto ottenere almeno un punto a gara o addirittura vincere e siamo mancati non in aspetti tecnici ma dal punto di vista mentale”.
Sul contratto: “Ho fatto una scelta di cuore, non ho fatto scelte economiche. Quello che ho trovato qui è un qualcosa che qualunque allenatore desidera, penso di essere invidiato da tanti, invidiano la mia possibilità di potermi esprimere, io qui mi sono espresso, poi potevo andare in un modo o in un altro, però noi ci siamo espressi, ho messo dentro le mie idee, la società mi ha dato tutto per rendere e questo è un patrimonio che non posso disperdere. Non sono ipocrita, nel calcio esistono cicli e momenti, fa parte del calcio e non voglio fare promesse che poi i fatti smentiscono, però un segnale forte l’ho già dato rifiutando squadre di un certo livello credendo nella causa Venezia. Non sono rimasto pensando di arrivare ultimo, credo in quello che stiamo facendo e nelle nostre possibilità, sapendo che difficoltà ci sono”.
Sull’importanza dei tifosi: “È determinante, spero che tantissime persone possano aderire a questa cosa, davanti abbiamo partite meravigliose contro squadre incredibili e spero che vengano a vedere anche noi oltre a loro. Per noi è un aiuto determinante, il dodicesimo uomo in campo in questo campionato è fondamentale, forse anche il tredicesimo o il quattordicesimo qualche volta (ride ndr). Il campionato è fatto di passione vera e servono i tifosi”.
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