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“Se sono finito? In realtà mi sto solo scaldando“. Alla soglia dei 39 anni, Zlatan Ibrahimovic ha le idee chiare sul suo futuro. Nelle ultime settimane il suo Milan ha dirottato un destino che sembrava già definito confermando Stefano Pioli e scacciando l’ombra di Ralf Rangnick nel bel mezzo di una serie di risultati che conta 24 punti in dieci partite. Alla fine il Milan ha frenato senza tre titolari (Romagnoli, Bennacer, Theo Hernandez) solo contro l’altra regina del post lockdown: l’Atalanta. E nell’1-1 del match di San Siro, Zlatan Ibrahimovic senza segnare ha trovato comunque il modo di primeggiare in almeno una statistica: quella dei recuperi (duelli aerei, duelli a terra, tackles). Nell’arco dei novanta minuti, il fuoriclasse svedese ha vinto 29 duelli. Nessuno ha fatto meglio: dietro di lui c’è Kjaer con 17 e Castagne e Gabbia con 14. Un dato che non fa che confermare l’importanza decisiva della presenza nell’undici titolare di Zlatan Ibrahimovic. Ne ha parlato senza giri di parole anche Stefano Pioli nel post partita: “L’apporto che Zlatan ha dato alla squadra è evidente, mi auguro di poter lavorare ancora con lui. Sta ancora bene, è ancora importante e trainante, ma tutti i giocatori hanno dato la loro disponibilità e sono stati bravi“. E anche i numeri sulla velocità non mentono: le statistiche della Lega Serie A rilevano una velocità nello sprint pari a 30.84 km/h, la quarta migliore della squadra. Al primo posto c’è Rafael Leao, uno che è nato nell’anno in cui Ibra esordiva nel professionismo. Una continua sorpresa. Ma forse la vera sorpresa sta proprio nel sorprendersi ancora.
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