Nicolò Barella ha da poco segnato il 2-0 dell’Inter sulla Sampdoria. I nerazzurri veleggiano e costruiscono la quarta vittoria di fila che li rilancia in classifica. Ma a San Siro l’aria è tutt’altro che festosa: non si sentono cori, la Curva Nord è in silenzio. Qualche minuto prima dell’inizio della partita è infatti arrivata la notizia della morte di dello storico capo ultrà, Vittorio Boiocchi, ucciso in un agguato a Milano. All’intervallo la Curva decide di andare via, in segno di lutto. Ma, oltre agli ultras, devono sgomberare lo stadio tutte le altre persone. Uomini, donne o bambini: nessuno fa differenza. Anche chi ha dovuto percorrere 500km per assistere alla partita. “Tutto è iniziato durante l’intervallo – ci racconta in esclusiva una persona che era presente in Curva Nord e che ha deciso di rimanere anonima – Gli ultras sono venuti a dirci, urlando, che saremmo dovuti andare fuori dalla Curva perché quell’area doveva rimanere vuota”.
Raccontaci com’è andata.
“La gente non sapeva dove andare e infatti eravamo tutti ammassati, ci siamo seduti e dopo due minuti hanno iniziato a dire che dovevamo andare via o provare ad entrare al terzo verde. Le famiglie con bambini si sono ribellati ma non ascoltavano ragioni, non interessava a nessuno di loro che il biglietto era stato pagato, quello che dicono gli Ultras bisogna farlo e senza storie, la gente era anche mezza in panico perché con quattro uscite e nessuno a far defluire le persone era anche difficile uscire velocemente. E la velocità era un requisito fondamentale per loro, se non si faceva di fretta urlavano a suon di bestemmie”.
Qualcuno si è ribellato e c’è stata tensione?
“Mentre stavamo scendendo per uscire un padre si è fermato a discutere con un capo ultras e c’era la bambina in lacrime che strillava, la gente urlava ‘attenti alla bambina’ ma a loro continuava a non fregare niente e lì siamo corsi per andare via. Di risse vere e proprie non né ho viste, di risse sfiorate un paio”.
Questa era la prima volta che andavi in Curva Nord?
“No, vado in Curva Nord dal campionato scorso.
Ci tornerai?
“Non lo so, a me piace l’atmosfera, vado per cantare i cori per sentire la partita in un modo diverso rispetto agli altri settori, inizierò a valutare bene la cosa”.
Cosa hai provato in quei momenti?
“Rabbia perché comunque non è giusto far uscire gente che ha pagato il biglietto per vedere la partita”.
Avevi avuto sentore che la situazione potesse prendere questa piega?
“Quando hanno annunciato che non avrebbero fatto cori abbiamo cercato su internet notizie per poi scoprire della sparatoria. Ma non pensavamo certo che ci avrebbero cacciati tutti”.