Alessandro ha scalzato, cancellato e fatto dimenticare Aleksandar. E’ Bastoni l’uomo in più dell’Inter 2.0, una squadra capace di reagire al disastro in Champions con una super striscia di vittorie consecutive in campionato che hanno proiettato i ragazzi di Conte fino al secondo posto in classifica a -1 dal Milan dopo un avvio timido. Chi non ha mai deluso le aspettative, migliorando anzi decisamente le proprie prestazioni sia rispetto all’anno scorso che partita dopo partita, è stato il giovane classe 1999, oramai un pilastro dei nerazzurri in una difesa a tre in cui è l’uomo preposto a staccarsi dai blocchi e a spingere sulla corsia mettendo anche dei cross spesso interessanti, visto il suo mancino non certo da centrale difensivo.
L’ex Atalanta (con cui ha esordito in Serie A) e Parma in un anno e mezzo di Inter ha relegato uno con il palmares di Diego Godin, che ha pensato di fare le valigie e andare a Cagliari per tornare a giocare, poi in questa stagione un altro pezzo da 90 – nonché riconosciuto da molti come grande colpo di mercato – che aveva lasciato la Roma per dare una mano a Conte in chiave scudetto, ma che si vede chiuso da un giovane difensore italiano che anche in Nazionale sta scalando rapidamente le gerarchie. Kolarov sa che quando è stato chiamato in causa non ha fatto bene, tra Covid e infortuni è stato però messo troppo in fretta nel dimenticatoio: a consentire a Conte di farlo è stato proprio Bastoni, personalità da veterano e abilità in fase difensiva e offensiva degne di nota. Il futuro è tutto suo, ma si può dire lo stesso anche del presente.