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Il declino sportivo, quello societario. Il post-Covid per la Juventus è stata una discesa all’abisso sempre più inesorabile, che nel 2022 è giunta a toccare il fondo. Un anno solare da horror per i bianconeri, una pessima annata che abbraccia due mezze stagioni di Serie A e delle coppe. La prima metà, ha portato verdetti definitivi: per fortuna con l’esperienza di Allegri si è portata a casa la qualificazione in Champions per il rotto della cuffia, con al contempo due finali domestiche perse con l’Inter.
Poi, quest’anno, l’inizio complicatissimo con i tantissimi infortuni, da Pogba a Chiesa, passando per Di Maria a intermittenza, Szczesny un paio di volte e Vlahovic nel finale prima dei Mondiali. E il campionato ne risente: troppi passaggi a vuoto, la clamorosa eliminazione dalla Champions, Allegri a un passo dall’esonero. Poi, però, segnali di rinascita: vittorie con Inter e Lazio, il filotto di risultati positivi e torna il sereno – oltre che i giocatori – in vista di un 2023 che si aprirà con lo scontro diretto decisivo con il Napoli, l’ultima spiaggia se si vuol riaprire il discorso scudetto.
Il problema, però, è che il 2022 della Juventus è un disastro perché anche (e soprattutto) a livello societario si è visto di tutto. La recente inchiesta sui bilanci ha portato alla fine di un’era: via Agnelli, via Nedved, a breve via anche Arrivabene. Resta solo Cherubini, l’unico dei dirigenti non indagato dalle Procure ordinaria e sportiva, che nel presidente artefice di un decennio di successi e nel resto della governance vede i responsabili di una serie di reati connessi ai conti del club. Prima ancora, il caso delle plusvalenze fittizie che sembrava essersi chiuso positivamente e che invece si riapre sotto Natale, le tante critiche dei tifosi per un ridimensionamento delle ambizioni che sembrava ormai chiaro.
Si volta pagina, in tutti i sensi: sia in campo sportivo, che fuori dal terreno di gioco, con Elkann che dopo il repulisti generale spera di dar vita a una nuova era vincente, penalità permettendo. C’è un’Europa League da poter vincere, c’è il campionato che non ha ancora detto l’ultima parola nemmeno per lo scudetto (anche se è quasi impossibile rientrare). E come paracadute, c’è la Coppa Italia. L’obiettivo è di ritrovarsi a maggio-giugno e aver fatto meglio della scorsa stagione: nella letterina per il 2023 c’è questo, e non sembra poi così difficile.
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