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Quando si affrontano sfide come le finali di Champions League, guardare in casa dell’avversario è sempre utile. Se poi l’avversario è Pep Guardiola, allora è facile anche imparare qualcosa. In vista della finale di Istanbul contro l’Inter, Pep ha indicato la strada di come si prepara un appuntamento simile: “Non bisogna allenarsi troppo, ma è necessario staccare: giocate a golf, state con la famiglia, fare una passeggiata”. Ecco, sotto questo punto di vista in Turchia il Manchester City arriverà con lo stress di un’altra finale giocata, quella in FA Cup contro i rivali cittadini del Manchester United. Al contrario l’Inter dovrà avere a che fare contro il bel Torino di Juric con la Champions già in tasca. Un ultimo “allenamento serio”, tanto per usare una definizione di Josè Mourinho, che potrebbe dire molto anche sulle scelte di Champions. Il primo ballottaggio riguarda Edin Dzeko e Romelu Lukaku. L’attaccante bosniaco finora è stato l’uomo scelto per i grandi appuntamenti europei, ma lo stato di forma del belga non può passare inosservato. Contro il Torino dovrebbe toccare però a lui, segno che nelle gerarchie al momento l’ex Roma è ancora avanti. Però Lukaku ci prova e una prestazione sontuosa anche all’Olimpico creerebbe qualche dubbio in più per Inzaghi. Dovrebbe scendere in campo dal 1′ anche Lautaro. Nessun giocatore ha calciato più volte nello specchio della porta rispetto all’argentino (53 tiri, come Osimhen) in questa Serie A e nel mese di maggio Lautaro ha preso parte a 7 gol, frutto di 4 reti e 3 assist. Solo Alexander Lacazette (8) ha fatto meglio nei cinque maggiori campionati europei.
Tra i pali spazio a Samir Handanovic, mentre in difesa toccherà a Darmian, De Vrij (primo gol nerazzurro proprio al Toro) e Bastoni. Dumfries e Gosens (3 reti contro i granata per lui) sulle fasce, con Gagliardini, Brozovic e Calhanoglu a centrocampo. A Istanbul chiaramente l’11 sarà diverso. Inzaghi aspetta Mkhitaryan. L’armeno sta sempre meglio e punta una maglia da titolare contro il City. In difesa ci sarà Acerbi, chiamato al secondo confronto con Haaland dopo essersela cavata in un Lazio-Borussia Dortmund del 2020. L’ex biancoceleste – sempre più vicino a restare a Milano a titolo definitivo – resterà a riposo nell’ultimo turno di campionato. E per la difesa di Inzaghi c’è la pratica Sanabria da sbrigare. È il paraguaiano il simbolo di un Torino che cerca il +6 sulla quota punti della scorsa stagione. Poi ci sarà da programmare il futuro. Quello di Juric è tutto da scrivere, quello di Inzaghi invece sembra già scritto ed è a tinte nerazzurre.
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