“La posizione dell’Udinese è di riprendere a giocare in condizioni di sicurezza, il che significa non rischiare ulteriore contagi. Il momento è un po’ delicato perché abbiamo visto che anche i medici sono insorti, preoccupati delle responsabilità civili e penali che non è giusto che debbano assumersi“. Il patron dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, chiarisce la sua posizione in un’intervista alla Rai nel day-after le sue dichiarazioni che hanno fatto tremare l’unione del calcio italiano verso la possibile ripresa del campionato. “Al Cts hanno ragione, perché abbiamo visto che l’unica medicina per curare il il Covid è la distanza sociale – ha precisato Pozzo –. Abbiamo visto che con in questo modo progressivamente la situazione sta migliorando, quindi è l’unica strada da percorrere”.
Pozzo è dell’idea che ricominciare con l’alto rischio di fermarsi sarebbe controproducente: “Non avrebbe senso, meglio lasciar passare il tempo che serve. Quando avremo superato la fase critica o avremo la tranquillità di poterci difendere contro questo virus, allora a quel punto si potrà pensare di ripartire. Però secondo me siamo ancora abbastanza distanti. Anche il discorso economico è superato, perché i broadcaster non hanno pagato l’ultima rata. Anche il fatto di giocare a porte chiuse non è una cosa giusta per il calcio, che è nato e vive nella partecipazione dei tifosi. Giocare a porte chiuse è surreale, anche se è vero pure che i giocatori non possono stare fermi un anno. Cerchiamo di ricominciare in sicurezza, perché se si giocassero due o tre partite per poi chiudere un’altra volta avremo fatto un errore clamoroso“.
Infine sulla possibile ripresa a settembre: “Ci sono tante componenti da considerare. Si deve incastrare ogni tassello: i calendari, le disposizioni dell’Uefa, le coppe. Meglio vivere alla giornata perché tutto dipende da questa pandemia. Abbiamo visto che in due mesi abbiamo avuto più di 30mila morti, quindi non è una situazione da sottovalutare, anche se perdiamo qualche mese non è la fine del mondo. I tifosi stessi non vogliono che si giochi in una situazione così surreale, quindi è un assurdo forzare i tempi.“.