A rendere più amara l’imperdonabile stagione con lo Scudetto sul petto, c’è il destino beffardo del calendario: Udinese-Napoli del 2023, la gara che restituì il tricolore ai partenopei, si svolse il 4 maggio. Oggi, 6 maggio 2024, le due squadre tornano a sfidarsi in Friuli, ma la classifica racconta una realtà ben diversa, non solo per il Napoli, distante trentanove punti dal primato occupato dai nuovi campioni d’Italia dell’Inter. L’Udinese rispetto alla scorsa stagione, a parità di gare disputate, ha 17 punti in meno. Tanti, troppi. La partita contro il Napoli però è l’ultima sfida contro una big d’alta classifica in un ciclo infernale che ha visto i friulani collezionare un punto tra Inter, Bologna e Roma (oltre allo scontro diretto col Verona). Poi ci saranno tre sfide decisive: Lecce, Empoli e Frosinone. “Preferisco un calendario così che dipendere dagli altri, abbiamo la possibilità di giocarcela per quattro partite”, le parole del tecnico friulano, Fabio Cannavaro. Prima però c’è la sfida al passato: “Tutti sanno che sono napoletano e giocare contro il Napoli è un qualcosa di molto emozionante, però abbiamo un obiettivo importante come Udinese e le emozioni vengono lasciate da parte. Anche lo staff è composto da tanti napoletani e pensiamo solo a lavorare per il bene della squadra”. Cannavaro spera di avere numeri da allenatore migliori di quelli avuti da giocatore contro la squadra che lo fece esordire nel 1993: il centrale campione del mondo ha affrontato i partenopei otto volte nella massima serie, vincendo solo in tre occasioni (2N, 3P). Contro il Bologna si è vista una scossa e il palo finale di Davis ha lasciato rimpianti. In teoria uscire insoddisfatti per un pareggio da un campo espugnato solamente due volte in stagione può essere già una soddisfazione. Nella pratica però l’Udinese è fin troppo in ritardo per farsi bastare la prestazione. Servono i risultati e contro il Napoli Cannavaro ha bisogno dei tre punti. Le assenze però non aiutano le due squadre. Cannavaro non può contare sugli squalificati Payero e Perez. Calzona deve rinunciare a Kvaratskhelia e Raspadori. Sono cinquanta i punti del Napoli, gli stessi con cui ha chiuso il girone di andata nello scorso campionato. Rispetto alla scorsa stagione, dopo 34 giornate, ne mancano trentatré. Fare paragoni ormai è quasi un esercizio impietoso, ma gli ormai ex Campioni d’Italia hanno il dovere di inseguire l’Europa più nobile possibile.