“Io ne ho molte di persone a cui sono legato affettivamente, quando torno indietro a quello che è stato il mio percorso lungo trent’anni ci sono squadre in cui sono stato anni contrattualizzato. Quando si dice che ho un carattere difficile, la cosa stride un po’, difficile trovare un altro che ha consumato una carriera in quattro-cinque squadre”. Lo ha detto l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, in conferenza stampa alla vigilia del match-scudetto contro l’Udinese: “Ho avuto come giocatore Sottil, si vedeva subito che avrebbe avuto un futuro importante in questo mestiere. Già ai tempi dell’Udinese era uno dei leader della squadra e mi fa piacere incontrarli adesso che può determinare molto per la nostra storia”.
E ancora: “Ho una squadra di purosangue e mi fa piacere che in poco tempo i ragazzi abbiano fatto vedere a tutti le loro qualità ed il loro carattere, esibendo personalità nei momenti difficili. Questo scudetto, se avvenisse, è qualcosa che esce dagli schemi, un evento da cui trarrebbero vantaggi non solo Napoli città ma tutti gli addetti a questo sistema. I nostri calciatori lo meritano ma c’è da fare un ultimo strappo, la cosa più difficile. Vincere uno scudetto a Napoli sarebbe una cosa extralusso che mi farà stare in maniera comoda qualunque cosa faccia in futuro. Il mio contratto? Ci sono da fare cose ‘più belle assai’, come giocare bene queste ultime partite per completare il discorso. E poi festeggiare, se succedesse, per poi rimettermi in gioco, domandandomi se sono all’altezza di dare a questo pubblico ciò che merita”.Â
C’è spazio anche per una polemica: “Lei come fa a sapere qual è il mio sguardo? Voi siete deformatori, la verità è quello che so io. Mi vuol rifare la domanda? Secondo voi mi cerca il Napoli e io dico di sì al Napoli per quale motivo? Per vincere e basta, vengo per che cosa? Per portare lo stipendio a casa? A me basta vincere, non cerco altre cose. Ho solo una scappatoia, quella di riuscire a vincere. L’anno scorso terzo posto ma avete appeso gli striscioni e mi avete detto di andare via. Tutt’ora ci sono critiche, se non si vuol ricevere critiche non dovremmo fare sto lavoro. C’è chi si diverte, dovremmo capire se chi lo fa tiene al Napoli o no. Io ho una famiglia in cui parlo delle cose che ci succede intorno. Io sono quello che devo fare risultati, sono venuto convinto di provare a vincere, poi non so se ci riuscirò o no”.
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