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Il dirigente dell’Udinese Pierpaolo Marino, nel corso di un’intervista rilasciata a ‘Il Mattino’, ha parlato delle pesanti conseguenze che il Covid-19 ha portato nel mondo del calcio: “Non è semplice, l’abbassamento degli investimenti dei grandi club sarà inevitabile ed avrà ripercussioni su piccoli e medi club: le big perdono di più perché erano quelle che incassavano di più e non pagheranno più 100 milioni un calciatore ma 40 … Chiaro che il mercato è una forma di solidarietà. E le risorse che arrivano dal mercato saranno inferiori per molti. C’è una crisi gravissima, ma non credo sia in discussione la sopravvivenza del calcio. Durante il primo lockdown non si lavorava e prendere lo stipendio era una specie di forma di sciacallaggio”.
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“Sarebbe stato meglio non riprendere a giugno. Ancora oggi paghiamo le conseguenze del mancato stop sui bilanci perché l’inattività avrebbe portato a sederci con i calciatori e fare dei ragionamenti sugli stipendi. Avremmo alleviato le sofferenze dei bilanci. Adesso le mensilità saranno pure dieci, ma ci sono due mesi di sosta. Le famose cambiali non vengono firmate…”, ha concluso Marino.
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